Xerox, come segnala il NewScientist , ha depositato un brevetto negli USA che potrebbe trasformare in realtà il sogno di tutti i marketer: identificare con precisione i “gusti” online degli utenti.
In verità, “User Profile Classification By Web Usage Analysis” indica un metodo che – sulla carta – dovrebbe essere in grado di analizzare le pagine visitate dai surfer per dar vita a profili “consumatore”. Un sistema che implica software, hardware, o entrambi, capaci di tracciare le pagine web visitate da un ristretto numero di utenti per elaborarne un modello di riferimento. In pratica, grazie, a questa strategia dovrebbe essere possibile poi “ricavare” dal comportamento online di comuni utenti il gruppo consumatore di appartenenza.
Lo schema citato ad esempio nel brevetto Xerox non si basa sulla semplice correlazione fra le visite dei siti e l’utente, ma considera anche il loro numero complessivo, l’ordine di accesso, la frequenza ed altri parametri. L’algoritmo prototipo è riuscito, ad esempio, a predire nel 75% dei casi-campione il sesso dell’utente – ovviamente solo quando sono state visitate un numero sufficiente di pagine web. “Ditemi che siti frequentano e vi dirò chi sono” potrebbe essere il claim di un’eventuale campagna pubblicitaria – se mai ce ne fosse bisogno.
I marketer e le media company che lavorano sempre più a braccetto con le agenzie pubblicitarie sanno bene che riuscire a colpire con precisione un determinato target è probabilmente la parte più difficile del lavoro. Le informazioni che gli utenti lasciano spontaneamente – magari partecipando ai sondaggi – nella maggior parte dei casi non sono corrette.
Alcuni siti hanno sufficienti dati per elaborare un rapporto demografico, ma per disporre di uno schema completo non si può fare meno delle correlazioni fra gruppi di siti.
Comunque, la sfida più grande sarà quella di far “digerire” questo sistema agli utenti. Chi accetterà di essere tracciato in ogni movimento?
Dario d’Elia