Xiaomi denuncia il governo degli Stati Uniti (update)

Xiaomi denuncia il governo degli Stati Uniti (update)

Xiaomi ha presentato una denuncia contro il governo statunitense, in seguito all'inserimento nella blacklist del Dipartimento della Difesa.
Xiaomi denuncia il governo degli Stati Uniti (update)
Xiaomi ha presentato una denuncia contro il governo statunitense, in seguito all'inserimento nella blacklist del Dipartimento della Difesa.

Xiaomi aveva promesso “appropriate contromisure” per difendersi dalle accuse mosse dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. L’azienda cinese è ora passata dalle parole ai fatti, presentando una denuncia sia contro il Dipartimento della Difesa che contro il Dipartimento del Tesoro. La citazione è stata depositata presso il tribunale federale del Distretto di Columbia.

Xiaomi nella blacklist: decisione incostituzionale

Il noto produttore di smartphone è stato inserito nella blacklist del Dipartimento della Difesa, in quanto avrebbe collaborato con le forze armate della Repubblica Popolare Cinese. In base al National Defense Authorization Act, che ha istituito questa “lista nera”, gli investitori statunitensi non possono acquistare nuove azioni di Xiaomi a partire dal 15 marzo 2021 e devono vendere quelle già acquistate entro l’11 novembre 2021. Il possesso di azioni Xiaomi è proibito dal 14 gennaio 2022.

Xiaomi aveva subito smentito le accuse, affermando di non avere nessun rapporto con l’esercito comunista cinese e promettendo l’attuazione di “contromisure appropriate per proteggere gli interessi propri e degli azionisti“. Nella denuncia viene sottolineato che la decisione dell’amministrazione Trump provocherà danni irreparabili per Xiaomi, quando entrerà in vigore la restrizione.

La maggioranza delle azioni (26,5%) sono possedute dal co-fondatore Lei Jun che risiede in Cina, ma un elevato numero di azioni sono nelle mani dell’altro co-fondatore Bin Lin (9,5%) e di tre investitori istituzionali, ovvero BlackRock Inc. (3%), Vanguard Group Inc. (1,9%) e State Street Corp. (1,6%), tutti con residenza negli Stati Uniti. Le azioni che questi investitori sono costretti a vendere entro l’11 novembre 2021 ammontano ad oltre 4 miliardi.

Xiaomi chiede al giudice di emettere un’ingiunzione per la rimozione dalla blacklist, in quanto la decisione del governo statunitense è illegale e incostituzionale.

Aggiornamento (31/01/2021): Xiaomi ha confermato l’avvio del procedimento legale con un annuncio pubblicato sul blog ufficiale.

Fonte: Bloomberg
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Pubblicato il
30 gen 2021
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