In base all’indagine effettuata dal National Cyber Security Centre della Lituania, alcuni smartphone di produttori cinesi rappresentano un rischio per la sicurezza e violano la libertà di parola. Xiaomi aveva già risposto con un comunicato ufficiale, ma ora ha fornito una dichiarazione più dettagliata, evidenziando che non censura le ricerche e che rispetta la privacy degli utenti.
Xiaomi smentisce le accuse del governo lituano
Dopo aver esaminato il software dello smartphone Xiaomi Mi 10T 5G, il National Cyber Security Centre (NCSC) della Lituania ha scoperto che alcune app, tra cui il Mi Browser possono impedire il download di contenuti che trattano argomenti indesiderati al governo cinese. Ciò avviene tramite un elenco di parole chiave frequentemente aggiornato. La funzionalità è disattivata sui modelli venduti in Lituania, ma può essere attivata da remoto.
Secondo il NCSC, il Mi Browser invia inoltre diversi dati dell’utente a server che si trovano in paesi terzi. In questo caso non verrebbe rispetto il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) in vigore nell’Unione europea. Sostanzialmente, il governo lituano parla di possibile censura e violazione della privacy.
Nonostante consideri non veri i risultati dell’indagine, Xiaomi ha dichiarato che chiederà ad una società indipendente di effettuare le opportune verifiche. Il produttore cinese ha sottolineato che non ha mai limitato o filtrato le ricerche, le chiamate e la navigazione web. Xiaomi utilizza solo un software che protegge gli utenti da determinati contenuti (pornografia, violenza, incitamento all’odio e simili).
L’azienda ha inoltre confermato che tutti i sistemi, servizi e app rispettano i requisiti del GDPR. Qualsiasi utilizzo dei dati personali è subordinato al preventivo consenso dell’utente ed è sempre soggetto alle leggi e ai regolamenti locali o regionali dell’Unione europea e dei suoi stati membri.