L’industria del porno online, o meglio, uno dei suoi principali protagonisti, sta per perdere un altro pezzo: Xtube chiuderà i battenti il 5 settembre, per sempre. Gli upload sono già stati interrotti. Il sito, attivo dal 2006, è controllato dal colosso MindGeek così come (tra gli altri) Pornhub, RedTube e YouPorn. Le motivazioni della decisione non sono state rese note, ma non risulta difficile immaginarle.
Porno: MindGeek chiude Xtube
Con tutta probabilità, il gruppo è consapevole della presenza sul portale di contenuti potenzialmente illegali e, pur di non inciampare in cause che lo porterebbero nelle aule di tribunale, ha optato per lo spegnimento. Esultano coloro impegnati nella crociata contro l’intrattenimento XXX.
BREAKING: Major MindGeek porn tube site Xtube is SHUTTING DOWN September 5.
Lesson: If you can’t operate legally, you can’t operate at all.
Next up: Pornhub.#Traffickinghub #ShutItDown #GoodbyeXtube pic.twitter.com/gkvYeKE5wP
— Laila Mickelwait (@LailaMickelwait) July 6, 2021
Ricordiamo che solo pochi mesi fa PornHub, altro sito della galassia MindGeek, si è visto costretto a eliminare oltre la metà del proprio catalogo, introducendo una policy che consente il caricamento di nuovi video solo agli utenti verificati. L’intento è quello di evitare che filmati raffiguranti abusi o soggetti non maggiorenni possano finire condivisi sui server. Chiudiamo citando un articolo pubblicato su queste pagine nel novembre 2007, intitolato “Il vecchio porno cede al porno 2.0”, che chiama in causa proprio Xtube, allora in forte ascesa.
… i numeri straordinari che stanno collezionando i nuovi siti del porno, che non sono quelli riconducibili alle grandi società di settore, in particolare quelli che hanno preso al balzo il fenomeno del web 2.0 e ne hanno fatto un minestrone a colpi di esibizionismo, community e domanda costante. Sono i vari YouPorn, Porntube e Xtube, siti che mescolano contenuti amatoriali, prodotti dagli utenti, a contenuti semiprofessionali e persino professionali. E anche per questi ultimi, in moltissimi casi, si tratta di contenuti che non provengono dai big del settore, ma da nuovi centri di produzione online, piccole società dedicate o persino gruppi di amici del mondo del video e del cinema che non disdegnano di coltivare il proprio pallino per l’hard.