Yahoo!, uno dei protagonisti storici dell’economia di rete attualmente in procinto di essere mangiato non si sa bene ancora da chi , è tutto fuorché un’impresa stantia e ritrosa al cambiamento : mentre i comitati azionari pensano a come massimizzare l’attrattiva che il titolo sembra ultimamente avere sui pesci grossi, sul sito spuntano nuove funzionalità tese ad arricchire la già corposa esperienza dei suoi utenti. Ultima feature a essere introdotta in ordine di tempo è Buzz , una sorta di Digg in versione semi-social .
Pronto al debutto, Buzz – letteralmente ronzio, o pettegolezzo – permette appunto, come il popolare e discusso Digg, di esprimere una preferenza sugli articoli più interessanti in circolazione nel web, pubblicando quelli più votati sulla homepage. E come Digg, una delle componenti fondamentali del nuovo servizio sarà l’apporto degli user di Yahoo!, a cui verrà in sostanza chiesto di fornire un’anima e un corpo al sistema .
Ma a parte questo, Buzz non sarà un clone di Digg : la popolarità delle news, ad esempio, sarà valutata non solo dal voto degli utenti ma anche dai dati raccolti direttamente dal motore di ricerca: quando una storia verrà ripresa in maniera consistente da altri siti web secondo quanto diligentemente riportato dai crawler , essa riceverà un maggior “buzz” e quindi una migliore visibilità in homepage.
Ed è diversa anche la collocazione di mercato che Yahoo! sembra voler dare al servizio: se Digg è, in sostanza, un contenitore-fiume di link a risorse presenti su siti terzi, fedele alla sua anima di “portale” a tutto tondo, Buzz dovrebbe servire a Yahoo! per riproporre gli argomenti promossi a storie più interessanti.
Una impostazione che è figlia della volontà di non lavorare, almeno inizialmente, con la totalità del web: attualmente Buzz offre la possibilità di votare le storie di 100 diversi publisher , incluse popolari testate statunitensi del calibro di NY Times, USA Today, Washington Post, Newsweek, People e The Economist. Col tempo il servizio dovrebbe essere aperto al mare magnum dell’intera rete ipertestuale del web.
Sia come sia, un Digg gestito da un portale della popolarità di Yahoo! – 90 milioni di visite mensili solo negli States – dovrebbe risultare particolarmente attrattivo per aumentare il traffico diretto verso un sito web: in un test di Buzz condotto nei mesi scorsi, sulla homepage di Yahoo! è comparso il link a un articolo ospitato sul magazine Esquire.com . Ci è rimasto solo tre ore, un tempo sufficiente a far raddoppiare il traffico al sito.
Sarà la fine di Digg? Rimane ancora da stabilire se Buzz possa mai diventare un competitor autentico, si chiede il CEO del celebre servizio di social bookmarking, Jay Adelson. Se ciò dovesse accadere, dice Adelson con fair play anglosassone, “il mercato è sicuramente grande abbastanza per due società concorrenti”.
Alfonso Maruccia