Roma – “Wève updated our Privacy Policy” (“Abbiamo aggiornato la nostra Policy sulla privacy”). Con questo innocuo messaggio piazzato tra le news minori dall’interno e segnalato in piccolo sulla propria home page, Yahoo.com sperava di riuscire a far passare alcune modifiche al suo rapporto con gli utenti e che, invece, si stanno trasformando in un clamoroso boomerang.
Il portalone, che da tempo ha iniziato una trasformazione che introduce servizi a pagamento e taglia il supporto ad alcune attività poco redditizie, questa volta sta subendo critiche da ogni parte.
La faccenda è presto spiegata: nelle scorse ore Yahoo! ha deciso di far sì che i profili degli iscritti ai propri servizi prevedano “di default” l’accettazione dei suoi messaggi pubblicitari. In pratica, cioè, anche chi quando si è iscritto ha negato l’autorizzazione a ricevere sollecitazioni commerciali ora trova modificato il proprio profilo in cui invece accetta la ricezione di proposte e offerte commerciali e deve manualmente modificare l’iscrizione per cambiare le cose.
Chiunque è iscritto ai servizi di Yahoo! può visitare questa pagina e verificare come ora appaia “Yes” dietro all’accettazione di ricevere “le novità” su viaggi, offerte commerciali, proposte di lavoro, modi per vendere cose su Yahoo! e via dicendo. Il tutto, appunto, anche per posta normale (per gli utenti americani) o per telefono…
“Ma lo sai – si legge in un messaggio arrivato a Punto Informatico da una delle liste collegate ad uno dei migliaia di gruppi tematici che si appoggiano ai servizi gratuiti di Yahoo! – delle novità sul cambiamento oltraggioso nell’iscrizione a Yahoo? Ora Yahoo può mandarti tutto lo spam e le offerte non richieste che vuole, inclusa posta e telefonate”.
E proprio negli Yahoo! Groups la situazione precipita, perché moltissimi sono gli iscritti a queste community che ora inizieranno a ricevere proposte e offerte su questo mondo e quell’altro avendo a suo tempo richiesto di non riceverle affatto. Una mail di Yahoo! che avverte delle novità è già in spedizione in questi giorni ma prima che arrivi a tutti ci vorrà del tempo, vista la quantità di iscritti.
A far infuriare ulteriormente molti utenti è anche il fatto che Yahoo! avrebbe dichiarato che vi sono 60 giorni per modificare il proprio “profilo marketing”, un periodo di tempo passato il quale l’utente dovrà aver deciso come gestire la questione. Se non lo farà sarebbero gli automatismi che scatteranno dopo quei due mesi a deciderlo per lui…
E’ ancora presto per dire se quella che sembra una protesta montante si allargherà ulteriormente, ma di certo la mossa di Yahoo! consentirà di dare ancora maggiore peso ad una dibattito centrale, quello sulle condizioni a cui vengono offerti i servizi “gratuiti” in rete. L’operazione del portale va infatti ricondotta alla necessità dell’azienda, e certamente non solo di Yahoo!, di trasformare in fonti di redditività tutto ciò che oggi viene offerto e che non consente di aumentare i profitti.