Chi vuole che Microsoft e Yahoo! si decidano a pronunciare il fatidico “sì” davanti all’altare della finanza e dell’economia di rete, ponendo fine alla telenovela hi-tech più appassionante degli ultimi anni e lanciando il guanto di sfida al successo schiacciante di Google tra l’utenza e gli inserzionisti pubblicitari in rete? Certamente lo vuole Carl Celian Icahn , investitore e finanziatore da 14 miliardi di dollari (nel 2008) che di Yahoo! possiede il 5 per cento e ne fa parte come membro del consiglio di amministrazione.
L’ ultima puntata della telenovela sostiene che un buon numero di manager d’alto rango di entrambe le società siano oramai impegnati a discutere i dettagli, essendo l’accordo tra le due società praticamente certo e in dirittura d’arrivo entro questa settimana. Steve Ballmer e Carol Bartz (rispettivamente CEO di Microsoft e di Yahoo!) saranno anche irrintracciabili o con la bocca cucita, ma la solita fonte senza nome ha confermato lo stadio avanzatissimo delle trattative in corso nonostante i dinieghi, le aperture caute, le disponibilità di massima e la richiesta da una delle parti di quelli che Bartz ha definito “barconi di soldi”.
Secondo le indiscrezioni attualmente più gettonate, non di fusione o di “spezzatino” si tratterebbe, come lo stesso Icahn aveva tempo addietro auspicato , ma della concessione del business dell’advertising contestuale di Yahoo! a Microsoft in cambio di qualche miliardo di dollari e un ulteriore pagamento proporzionato ai ricavi collegato al suddetto business. L’eventuale accordo finale prenderebbe in considerazione anche il visual advertising, campo in cui sarebbe invece Yahoo! a occuparsi della loro distribuzione in rete.
Da parte sua Icahn evita di rilasciare commenti diretti sulle supposte trattative in corso, nondimeno ribadisce il suo essere sempre stato “un forte supporter della sottoscrizione di un accordo per la ricerca con Microsoft”, un accordo che “aumenterebbe il valore” di entrambe le società “grazie alle sinergie coinvolte”.
Di certo la cessione del business dell’advertising contestuale rimpinguerebbe le casse di una Yahoo! in cerca di denaro fresco, e darebbe a Microsoft la possibilità di affilare ulteriormente le armi contro Google dopo il rilascio del nuovo motore di ricerca Bing e la risposta, puntuale e massiccia come è tradizione di Mountain View, dell’annuncio del “browser operativo” basato su Linux Google Chrome OS .
Alfonso Maruccia