Yahoo! non molla l’osso che crede di aver trovato in Facebook e continua la sua battaglia: ora accusa il social network di aver violato altri due suoi di brevetti e di giocare sporco scendendo in affari con i cosiddetti patent troll.
Yahoo! aveva prima tentato di chiedere a Facebook di sottoscrivere un accordo di licenza poi, incassato il rifiuto, ha denunciato il social network per la violazione di dieci brevetti attinenti varie tecnologie, dall’advertising allo scambio di messaggi passando per l’essenza stessa del social networking.
Per tutta risposta Facebook ha iniziato una personale “caccia al brevetto”, aggiudicandosi prima 750 brevetti di IBM e poi altri 650 più le licenze per ulteriori 275 originariamente di AOL e da poco passati a Microsoft: in forza di questi ha provveduto quindi a controdenunciare Yahoo!.
L’intenzione di Facebook, non troppo segretamente, è quella di rimpinguare il suo portafoglio brevettuale (prima degli acquisti costituito da appena 60 titoli registrati presso l’Ufficio Marchi e Brevetti statunitense) in modo da aver un’arma per rispondere al sito in viola ed eventualmente dissuaderla da altre denunce nei suoi confronti.
Ora, tuttavia, Yahoo! la accusa di aver acquisito 8 dei 10 brevetti che le contesta da “entità non praticanti”, formula edulcorata del termine “patent troll”, che indica quelle organizzazioni che puntano sui brevetti cercandone solo di sfruttare il potenziale offensivo alla caccia di royalty e compensi per danni più o meno significativi.
Yahoo! si riferisce a brevetti acquistati negli ultimi cinque mesi da Facebook da IPG Electronics 503 Limited , patent aggregator di San Diego, la californiana Cheah Intellectual Property Licensing , Right Point LLC del Texas e addirittura a tre titoli acquisiti dall’Università di New York.
Claudio Tamburrino