La ricetta del post-Microsoft di Yahoo! passa per BOSS: Build your Own Search Service . Un patto d’acciaio che legherà siti, piccoli motori di ricerca e la stessa azienda di Sunnyvale in un conglomerato di pubblicità e search online , per tentare di rendere la sua offerta advertising più intrigante per gli investitori.
“BOSS spalanca il campo agli sviluppatori e alle aziende che potranno sconvolgere il mercato della ricerca – recita entusiasta in un comunicato il capo della strategia di Yahoo!, Prabhakar Raghavan – Potranno diventare i protagonisti nella ricerca e costruire nuove esperienze sul web”. Non si tratta solo di interrogare i server con punto esclamativo per ottenere una semplice lista di siti, ma di modificare questa lista secondo le preferenze del web-developer inframmezzandola con spot messi a disposizione dalla stessa Yahoo!.
Per cominciare, ci si limiterà a ricevere solo i risultati della ricerca, declinandola nelle maniere più disparate: “I consumatori andranno dove troveranno le ricerche migliori” prevede Bill Michels, altro pezzo grosso di Yahoo!. E poi in futuro, quando la piattaforma di advertising sarà stata completata, l’azienda dividerà gli introiti pubblicitari con gli utilizzatori del servizio . Risultato (secondo Yahoo!): più scelta per gli utenti finali, più banner in giro per il web, più soldi per tutti.
L’offerta si articolerà in tre varianti. La prima è una semplice API fai-da-te , che si potrà utilizzare per costruire un motore di ricerca in proprio sfruttando la potenza di Yahoo!. Ci sarà pure una variante per le università, chiamata BOSS University , che resterà sempre scevra da ogni inquinamento pubblicitario e totalmente gratuita. Poi ci sarà la BOSS Mashup Framework , che consentirà allo sviluppatore di riunire in un’unica pagina di risultati la combinazione di diverse interrogazioni seguendo dei template predefiniti. In nessun caso, comunque, i risultati riordinati potranno essere attribuiti a Yahoo!.
Infine c’è il programma principe, BOSS Custom . Si tratta di una variante che sarà riservata a pochi, scelti collaboratori, che avranno la possibilità di integrare i risultati di Yahoo! con quelli del proprio motore. Che siano ricerche semantiche o care vecchie normalissime e ordinarie ricerche per parola chiave, dai datacenter di Sunnyvale partiranno dei dati che poi saranno addizionati con quella che Raghavan chiama la “salsa segreta” del partner in questione. Più che un mashup, come nel caso precedente, si tratterà di una combinazione dei risultati per dare origine ad un prodotto nuovo .
I primi esempi sono già in circolazione . Basterà per reimmettere in circolo l’ottimismo e la speranza per Yahoo!? Gli osservatori restano scettici : basterà la mossa open per scacciare il fantasma di Redmond e lo spettro di Icahn? Basterà la paventata possibilità di piazzare i propri annunci anche altrove per evitare di smembrare l’azienda?
Luca Annunziata