Yahoo! ha opposto un netto rifiuto: non rivelerà i dati relativi alle attività online dei propri utenti, non a un tribunale belga, giurisdizione a cui ritiene di non appartenere.
L’oggetto del contendere sono le informazioni contenute in alcuni account di certi sospetti: avrebbero intessuto delle trame a mezzo email, si sarebbero scambiati messaggi che, una volta analizzati, potrebbero contribuire a mettere la giustizia sulla loro tracce e a inchiodarli. Il tribunale aveva chiesto a Yahoo! di testimoniare : solo con i dati consegnati da Yahoo! gli inquirenti avrebbero potuto associare dei nickname alle identità di cittadini, tracciare le loro scorribande online e ricostruire le vicende.
Yahoo! non si è mostrata disponibile a collaborare: non ha acconsentito a mettere i dati degli account a disposizione degli investigatori, si è rifiutata di fornire password e log . Non è dato sapere se una policy aziendale a tal punto garantista nei confronti dei propri utenti sia da imputare alle polemiche che hanno investito Sunnyvale nel quadro del discusso affaire Shi Tao , in cui Yahoo! avrebbe fornito alle autorità cinesi informazioni sulla vita di rete del cyberdissidente. Yahoo!, hanno spiegato i dirigenti al tribunale belga, ha sede negli Stati Uniti, opera negli Stati Uniti e risponde alle sole autorità statunitensi .
Il tribunale non ha incassato il rifiuto senza reagire: gli intermediari della rete gestiscono dati personali e informazioni che potrebbero dirimere casi che si sono dipanati online. L’ordinanza di un magistrato dovrebbe poterli costringere a sacrificare la riservatezza dei propri utenti per il nobile scopo di collaborare con la giustizia: “con Google e Microsoft – ha sottolineato il giudice, a riprova di quella che è stata ritenuta una ingiustificata intransigenza di Yahoo! – non si è mai posto alcun problema”.
Il tribunale ha inferto a Yahoo! una sanzione : ha chiesto il massimo della pena pecuniaria, 55mila euro, a cui si aggiungeranno 10mila euro per ogni giorno di violazione. Yahoo!, ha spiegato il magistrato, offre ai cittadini del Belgio dei servizi, e per questo motivo non si potrebbe sottrarre alle responsabilità che si accompagnano alla attività commerciale su un determinato mercato.
Yahoo! ha promesso di fare ricorso contro la sanzione. Sunnyvale si fa inoltre portabandiera di tutte le aziende che operano in Belgio ma hanno sede in paesi stranieri: sarà disposta a snocciolare dei dati riguardo ai propri utenti solo se l’autorità belga si muoverà a cavallo di una convenzione internazionale che sappia offrire a Yahoo! e ai cittadini della rete delle garanzie a livello globale.
Gaia Bottà