Yahoo ha pubblicato il rapporto sulle performance economiche per il primo trimestre del 2016, e prevedibilmente si tratta di numeri che ancora una volta fotografano una situazione senza molte vie di uscita. Sulla possibile exit-strategy “alternativa” della vendita degli asset aziendali, invece, si continua con le speculazioni e i colloqui “preliminari”.
Nel trimestre che si è chiuso lo scorso 31 marzo, Yahoo! ha incamerato un fatturato complessivo da 1,09 miliardi di dollari, con una differenza del -11 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; i già magri profitti del 2015 (21 milioni di dollari) si sono volatilizzati e la corporation è risultata in rosso di 98 milioni di dollari.
La pagella economica di Yahoo non è bella da vedere, eppure il CEO Marissa Mayer si è detta persino “soddisfatta” dei risultati della trimestrale che si sono dimostrati in linea con le aspettative della board; il piano per il 2016 è “solido”, dice ancora Mayer, con il focus sull’efficienza, la riduzione dei costi e il ritorno alla crescita sul lungo periodo.
Mayer parla anche delle “potenziali strategie alternative” per Yahoo, vale a dire la vendita dell’azienda ad acquirenti che continuano a essere potenziali: le suddette strategie alternative rappresentano la “massima priorità” per soddisfare gli azionisti, dice il CEO , anche se la soddisfazione dei giocatori d’azzardo della borsa dovesse passare per la liquidazione degli asset tecnologici della corporation al netto delle partecipazioni azionarie in Alibaba.
Fra i tanti nomi che circolano da mesi sui soggetti interessati a comprarsi Yahoo, si conferma il provider statunitense Verizon Communications con il relativo codazzo di banche di investimento che hanno fornito assistenza in merito; vorrebbero accaparrarsi Yahoo anche la giapponese Rakuten e YP LLC (Yellow Pages) con il supporto di AT&T.
Alfonso Maruccia