Alla fine di questa settimana, il volto e l’anima di Yahoo! potrebbero non essere più gli stessi. Secondo quanto trapelato in queste ore, entro venerdì l’intero organigramma del secondo search engine e primo portale del mondo potrebbe essere stravolto per ritornare ad una forma più tradizionale: con un CTO, vale a dire una guida per lo sviluppo tecnologico, un CMO, cioè un leader per il marketing, e due responsabili unici che si occuperanno rispettivamente del Nordamerica e del resto del globo.
Ciao ciao alla “matrice ingarbugliata”, nome affibbiato dai detrattori alle riforme varate da Jerry Yang e Sue Decker, che ha caratterizzato gli ultimi mesi di vita di Yahoo!: l’eccesso di teste con la capacità e la possibilità di decidere ha lasciato in molti perplessi su chi fosse realmente autorizzato a prendere le decisioni , senza contare la sovrapposizione degli sforzi e degli investimenti legata al raddoppiarsi (o meglio, quadruplicarsi visto che i mercati erano stati divisi in quattro macro-aree) delle attività di programmazione e sviluppo nelle varie sedi dislocate in tutto il mondo.
Secondo la cura-Bartz , per il momento anticipata unicamente sulle pur autorevoli colonne del Wall Street Journal , l’intero sviluppo dei prodotti Yahoo!, dal search alla gestione dei contenuti, dovrebbe fare capo a Sunnyvale. Negli USA , vale a dire nel paese che è al momento la principale fonte di introiti per l’azienda, verranno assemblati gli strumenti che useranno tutte le varie sedi e divisioni intorno al globo per portare avanti i propri affari, dei quali avranno comunque pieno controllo per quanto riguarda la programmazione. Eventuali richieste tecniche specifiche, che sotto la direzione di Yang erano state delegate in locale, dovranno invece essere inoltrate negli Stati Uniti.
Una scelta con alcuni pro e alcuni contro: senz’altro concentrare lo sviluppo in un solo luogo dovrebbe abbattere i costi e semplificare lo stesso processo di creazione dei prodotti Yahoo!. Allo stesso modo però, argomentano alcuni, separare la progettazione dalla realizzazione implica una diminuzione nelle capacità di adattare e personalizzare gli strumenti indispensabili al motore viola per sviluppare il proprio business: a pesare in questo caso, come detto, è stata anche la necessità di prestare maggiore attenzione a quella che è e resta al momento la piazza più remunerativa , vale a dire gli USA.
In ogni caso, sebbene Carol Bartz sia al suo posto da poche settimane, non starebbe trascurando alcun aspetto del suo lavoro. Sta personalmente seguendo tutte le attività del gruppo, compresi gli eventi pubblici di cui Yahoo! è protagonista, allo scopo di familiarizzare con l’offerta e le capacità dei team a sua disposizione . All’orizzonte ci sarebbero scelte difficili in materia di servizi e prodotti da tagliare o da potenziare e migliorare: forse anche per questo, il CEO sta girando come una trottola da ufficio a ufficio, e di presentazione in presentazione, per raccogliere più informazioni possibile.
A fare le spese delle semplificazioni, vale a dire il ritorno a due sole divisioni geografiche (Nordamerica e resto del Mondo) e la riorganizzazione verticale dell’organigramma, dovrebbero essere soprattutto i piani alti: il WSJ parla di “affinamento” del gruppo dei vicepresidenti , formula che probabilmente significa che molti di loro verranno mandati a casa per consentire una struttura decisionale più snella. Una decisione che nelle intenzioni di Bartz dovrebbe garantire tempi di reazione inferiori alle richieste del mercato e capacità operative maggiori.
In Rete, poi, cominciano già ad affiorare i primi nomi . In cima alla piramide tecnologica dovrebbe restare l’attuale CTO Aristotle Balogh, che dovrebbe anche assumere piene responsabilità per ciò che attiene allo sviluppo dei prodotti. Per il CMO al momento non c’è un candidato noto, così come per il capo delle operazioni in Europa e Asia, mentre Hilary Schneider (attuale responsabile delle vendite) dovrebbe controllare le attività del Nordamerica. Capitolo a parte potrebbe essere anche la struttura di produzione dei contenuti : le informazioni in questo caso sono piuttosto frammentarie, ma parrebbe che l’approccio Top-Down di Bartz possa presto estendersi anche a questo comparto.
Luca Annunziata