Yahoo è da giorni nel turbine delle polemiche: da un lato la breccia che ha coinvolto 500 milioni di account, subita nel 2014 ma rivelata solo di recente, dall’altro la notizia delle presunte agevolazioni fornite all’intelligence statunitense hanno catapultato Sunnyvale al centro dell’attenzione dei propri utenti, delle autorità, del mercato. Sono in molti, in questo momento, a volere da Yahoo delle spiegazioni, ma Yahoo non sembra intenzionata a volerle fornire a tutti nell’immediato.
Sunnyvale ha offerto delle spiegazioni ai propri utenti che nei giorni scorsi avevano lamentato l’impossibilità di inoltrare automaticamente su altre caselle le email ricevute su account di posta elettronica Yahoo. Con un post sul Tumblr ufficiale Sunnyvale, dopo aver riabilitato la funzione di inoltro automatico , ha ribadito che la sospensione era frutto di un aggiornamento programmato, confermando implicitamente che l’interruzione del servizio non fosse in alcun modo un sotterfugio per vincolare a sé utenti impensieriti dalla breccia subita o dalle indiscrezioni sulla collaborazione con le autorità statunitensi.
Yahoo sembra intenzionata a sfuggire invece alle sollecitazioni del mercato: nell’ annunciare la data delle comunicazioni dei propri risultati finanziari, fissata per il 18 ottobre, l’azienda ha reso noto che mancherà il tradizionale confronto con gli investitori e gli analisti che segue la pubblicazione della trimestrale. Sunnyvale si nega al confronto “a causa delle trattative in corso con Verizon”, trattative che si annunciano complesse: il colosso dei media statunitense aveva rivelato nel mese di luglio di voler portare a termine un’acquisizione da 4,83 miliardi di dollari, ma l’infelice contingenza dell’attacco subito, insieme alle accuse di collaborazionismo, potrebbero far vacillare l’accordo. Se nei giorni scorsi le indiscrezioni accennavano ad un possibile sconto sul valore di mercato, ora gli stessi rappresentanti di Verizon fanno riferimento ad un possibile impatto concreto della breccia del 2014 sul business di Yahoo, situazione che potrebbe ricadere in una clausola che permetterebbe a Verizon di annullare il contratto .
Per questo motivo l’operatore statunitense sta attendendo chiarimenti da Yahoo : “se credono che non ci sia stato alcun impatto – ha spiegato il dirigente di Verizon Craig Silliman – ce lo dovranno dimostrare”.
A chiedere dei chiarimenti, poi, sono ora anche 48 membri del Congresso statunitense interessati ad indagare le relazioni tra Yahoo e l’intelligence : con una lettera ufficiale si sono però rivolti al Dipartimento di Giustizia e all’Office of the Director of National Intelligence, così che sgombrino il campo dalle imprecisioni e dai sospetti alimentati dai media e offrano delle spiegazioni ufficiali a quelle che Yahoo si è limitata a definire notizie forvianti.
Gaia Bottà