Dalla lunga luna di miele all’inesorabile conto nell’ultimo trimestre di attività finanziaria del gigante californiano Yahoo!. Alla fine dello scorso settembre, l’azienda di Sunnyvale ha guadagnato un totale di 0,34 centesimi ad azione (-13 per cento rispetto allo scorso anno), per un fatturato complessivo di 1,08 miliardi di dollari, in discesa dell’1 per cento rispetto all’autunno 2012 .
Il profitto netto per Yahoo! è invece diminuito del 91 per cento dallo stesso periodo fiscale nello scorso anno, ora giunto a quota 297 milioni di dollari . Pesano certamente le numerose acquisizioni – ultima in ordine cronologico è Bread, startup specializzata nei servizi di accorciamento URL per offrire ai pubblicitari uno strumento di monetizzazione dalla diffusione di link online – culminate con l’ affare Tumblr .
Alla continua ricerca di una maggiore personalizzazione di prodotti e servizi digitali – oltre che di un più consistente volume di traffico verso le sue proprietà online – il CEO Marissa Mayer affronta le prime critiche con la forza degli investimenti effettuati e soprattutto del volume di utenti raggiunto nel 2013, un totale di 800 milioni attivi ogni mese o il 20 per cento in più negli ultimi 15 mesi .
Di contro, il fatturato nel settore display advertising è sceso del 7 per cento nell’ultimo trimestre di attività fiscale, e il numero di inserzioni vendute è cresciuto di appena un punto percentuale. Di conseguenza, il prezzo unitario nel settore pubblicitario è sceso del 7 per cento, mentre altri colossi del web come Facebook e Google aumentano la propria quota con una maggiore capacità di monetizzazione degli accessi in mobilità.
Dopo aver deciso di restituire il 20 per cento della sua quota di controllo del portale B2B cinese Alibaba, l’azienda di Sunnyvale ha riportato un guadagno di quasi 3 miliardi di dollari dal disimpegno in terra asiatica. La continua crescita della piattaforma di e-commerce – valutata più di 100 miliardi di dollari – ha portato i vertici di Yahoo! a programmare una vendita di una parte minore delle sue quote, dai 261 milioni inizialmente previsti ai circa 208 milioni sul totale di 523 milioni in azioni .
Mauro Vecchio