Non sono indiscrezioni positive quelle che arrivano da Oltreoceano su Yahoo , un tempo tra i marchi più in vista del World Wide Web e oggi relegata a un ruolo di secondo piano: le voci riportate dalla stampa dicono che, in vista del secondo giro di offerte per la vendita degli assett dell’azienda, le quotazioni sono scese drasticamente dalla valutazione iniziale di 8 miliardi di dollari fino all’attuale forchetta compresa tra 2 e 3 miliardi. Una notizia che non piace alla Borsa, ma che neppure riflette il vero valore di mercato di Yahoo stessa.
Notizie di questo tipo, da prendere con le molle visto che si parla di rumor privi di una conferma ufficiale, non possono non colpire il titolo in Borsa: qualche punto percentuale di perdita è il minimo che ci si può aspettare in queste circostanze, e infatti Wall Street ha punito il titolo YHOO in apertura , ma quando sono in corso trattative di questo tipo c’è anche molta pretattica dietro queste manovre. Una svalutazione in Borsa può servire come argomentazione nel corso delle trattative , anche se c’è altro da valutare in questo caso.
Innanzi tutto Yahoo non si è sbarazzata della sua partecipazione in Alibaba, importante azienda nel mercato cinese, e questo da solo garantisce una certa solidità al marchio. Se non bastasse ciò, gli analisti guardano con favore agli altri assett disponibili nel paniere: tanto per citarne uno ci sono 6.000 brevetti di proprietà di Yahoo che valgono da soli tra 1 e 3 miliardi di dollari , quindi già da soli basterebbero a giustificare una spesa pari a quella paventata dalle indiscrezioni. E poi ci sono il patrimonio immobiliare e Yahoo Japan, di fatto una succursale indipendente, che assieme potrebbero valere almeno un altro paio di miliardi.
Con più di un concorrente all’asta – ce ne sono almeno tre o quattro di alto livello tra cui Verizon, un consorzio guidato da Warren Buffett e il miliardario Dan Gilbert (che viene dall’informatica e che nel frattempo si è anche comprato una squadra di basket NBA) – la cifra prospettata dalle indiscrezioni potrebbe anche essere solo una base di partenza. Tanto più che non è chiaro se questi soldi servano per rilevare l’intera Yahoo o solo una sua parte (per esempio solo i brevetti già citati).
Le valutazioni che circolano in queste ore, comunque, sono quelle che seguono il tour promozionale che il CEO Marissa Meyer ha tenuto in queste settimane con i potenziali acquirenti arrivato al quartier generale di Sunnyvale. Certo la notizia che questa seconda tornata potrebbe vedere un ribasso delle quotazioni non è confortante, potrebbe essere segno che i numeri presentati dalla Meyer non sono stati giudicati incoraggianti : quello che preoccupa più di tutto sono le prospettive di crescita anche a breve termine del business, che ha rallentato decisamente negli ultimi trimestri.
Potrebbe anche darsi che però i concorrenti temano di scoprire troppo presto le proprie carte, e dunque non resta che attendere per scoprire a nostra volta se la vendita di Yahoo si trasformerà in una soap opera estiva o se invece verrà completata prima della fine della primavera. Bisognerà attendere i primi giorni di giugno per la prossima puntata.
Luca Annunziata