L’economia russa scricchiola, sebbene al momento il Cremlino paventi grande sicumera nel portare avanti la propria guerra. A scricchiolare è anzitutto il debito sovrano, con le principali agenzie di rating che hanno ormai declassato a livello “speculativo” i titoli russi e con un’economia che si sta rapidamente sgonfiando su sé stessa. Ci si attende che singole aziende inizino ad andare in sofferenza, cosa che sarebbe indicativa anche dello stato di salute del tessuto imprenditoriale e dell’umore di una società che oggi è costretta a tacere sotto la scure della censura statale. Il primo nome ad ammettere seri problemi in prospettiva è il motore di ricerca Yandex, presso i cui uffici ormai si parla apertamente di possibile default.
Non stiamo parlando di una piccola azienda, ma di un vero colosso: ciò che Google è per il mondo occidentale, Yandex lo è per il territorio russo grazie ad una quota di mercato che si avvicina al 60% (quota raggiunta nel 2021 ed in crescita costante). Il gruppo fatturava qualcosa come 350 miliardi di Rubli, metà dei quali dal mondo advertising, con una crescita complessiva anno su anno pari al 54%.
Yandex vicina al default
La comunicazione è giunta dallo stesso gruppo, avente sede in Europa, ma con gli uffici dislocati pressoché interamente in Russia. Nessuna sanzione diretta, al momento, ma l’onda lunga delle restrizioni coinvolge tutti e per Yandex è già suonato l’allarme: “Attualmente non ci sono restrizioni normative sulla capacità delle persone statunitensi, britanniche o dell’Ue di acquisire e scambiare titoli di Yandex“, ma se ciò dovesse accadere si aprirebbe un fronte di crisi inevitabile. Secondo quanto spiegato, infatti, eventuali restrizioni (e in aggravante il panico correlato) potrebbero portare ad una corsa per il ritiro dei titoli obbligazionari e l’azienda costretta al rimborso si troverebbe in crisi immediata di liquidità.
“Il gruppo Yandex nel suo insieme non ha attualmente risorse sufficienti per riscattare le banconote per intero“, ha spiegato il gruppo, sottolineando come in ogni caso un eventuale giro di vite ulteriore “avrebbe un effetto negativo concreto sulla posizione finanziaria e liquidità a breve termine e potrebbe influire sulla capacità di adempiere agli altri nostri obblighi“. Il principale motore di ricerca russo, insomma, sta per varcare una soglia estremamente pericolosa per la sua sostenibilità ed un prolungato isolazionismo potrebbe far precipitare la situazione.
Il problema non è ovviamente isolato: sono sicuramente molte le aziende russe che stanno vivendo identico dramma, precipitate nel giro di pochi giorni in una dimensione sicuramente non consona per l’esercizio di una attività imprenditoriale, con ponti tagliati verso il credito estero, con il Rublo abbattuto e con la Borsa chiusa ormai da giorni. Il braccio di ferro con l’Occidente si sta combattendo sulla freddezza con cui le reciproche difficoltà saranno affrontate, nella speranza che l’opinione pubblica russa possa presto alzare la voce contro una situazione che non ha certo saputo evitare, ma che sicuramente non è andata cercando.