L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha emesso una sanzione di 5,25 milioni di euro nei confronti di Yoox Net-a-Porter Group S.p.A. per comportamenti scorretti attuati nelle attività di vendita nel periodo 2019-2022. L’azienda italiana aveva promesso di modificare le sue pratiche commerciali, ma gli impegni presentati sono stati rigettati dall’autorità antitrust.
Prezzi ingannevoli e altre pratiche scorrette
AGCM ha ricevuto alcune segnalazioni dai consumatori a partire dal 2019. Due anni dopo è arrivata invece la segnalazione dal Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza che ha dato il via al procedimento istruttorio del 14 febbraio 2022, con il quale l’autorità intendeva accertare la violazione degli articoli 20, 21, 22, 24 e 25 del Codice del Consumo.
AGCM ha rilevato condotte commerciali “manifestamente scorrette e gravi“. In dettaglio, Yoox ha annullato unilaterale gli ordini effettuati, senza informare gli utenti. L’azienda ha inoltre indicato i prezzi in modo ingannevole e sconti non veritieri. I consumatori hanno infine segnalato problemi con le procedure di reso e rimborso.
L’autorità ha accertato che la prima pratica era prevista da una policy aziendale interna. Gli ordini degli utenti che hanno effettuato un determinato numero di resi (che Yoox chiana “serial returners”) vengono annullati, senza fornire informazioni agli interessati. In alcuni casi è stata bloccata la possibilità di effettuare nuovi ordini con l’inserimento dell’account in una “blacklist”.
Per quanto riguarda la seconda pratica, AGCM ha accertato che i prezzi di alcuni prodotti sono stati aumentati prima di applicare lo sconto, quindi il prezzo scontato era identico a quello precedente. Dopo il 1 febbraio 2022, Yoox ha invece scelto come riferimento per gli sconti il prezzo applicato nei negozi delle case di moda, non il prezzo in precedenza applicato dall’azienda.
Infine sono stati segnalati la mancata accettazione dei reso da parte di Yoox con la negazione del rimborso e l’eccessiva lentezza dei rimborsi (fino a tre mesi). Considerata la durata e la gravità delle violazioni, l’azienda dovrà pagare una multa di 5,25 milioni di euro.