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“I don’t know what I’m doing”: così, parafrasando un meme, potremmo riassumere l’uscita di Yoshitaka Sakurada. Ai più il nome non suggerirà nulla, ma si tratta del ministro giapponese in carica per quanto concerne la sicurezza informatica del paese. È il numero uno del Cybersecurity Strategy Office nipponico, che durante un meeting con i suoi colleghi ha ammesso candidamente, serenamente, di non aver mai usato un computer in vita sua. Viva la sincerità.
Qualcuno ricorderà l’acceso dibattito esploso quando, all’epoca del governo Renzi, l’Italia fu a un passo dal mettere la cybersicurezza nelle mani di Marco Carrai. In epoca di guerra fredda digitale, infatti, appare chiaro a tutti come le conseguenze della cyberwar potrebbero essere nefaste e quanto occorra tutelare dati e impianti da possibili attacchi esterni. In Giappone tutto ciò sembra però essere stato vagamente preso sottogamba o forse si sono sottovalutate le competenze tecniche in favore di una più marcata capacità organizzativa.
Ma intanto il nome di Yoshitaka Sakurada ha fatto il giro del mondo.
Yoshitaka Sakurada
Classe 1949, Sakurada ha ribattuto alle lamentose, petulanti e ingiustificate perplessità sollevate rispondendo che fin dall’età di 25 anni si è trovato in posizioni di comando, potendo delegare ai suoi collaboratori, “alle segretarie” (traduciamo citando fedelmente la fonte) e ai dipendenti le questioni tecniche. E ai webmaster, aggiungiamo noi dopo aver dato un’occhiata al sito personale. Ha inoltre aggiunto di non sapere cosa sia un drive USB. Che poi, queste chiavette, come le giri e rigiri non entrano mai.
Dopotutto, stiamo solo parlando della sicurezza informatica di una potenza mondiale che ad oggi conta 16 centrali nucleari attive, patria di alcune delle più importanti innovazioni tecnologiche dell’ultimo secolo e la cui capitale si appresta tra meno di due anni ad accogliere una manifestazione come quella Olimpica. E per non farsi mancare nulla gli è stato affidato anche il compito di guidare la macchina organizzativa di Tokyo 2020. En plein.
Qualcuno dirà che è facile fare i bacchettoni standosene comodi dall’altra parte del mondo, non avendo mai avuto a che fare con le conseguenze di incarichi istituzionali affidati a chi non ha le competenze per svolgerli. Lo stesso Sakurada ha peraltro lamentato il fatto che le domande non erano state anticipate, facendolo trovare un attimino spiazzato di fronte a impossibili quesiti tecnici.
Yoshitaka Sakurada è un sognatore, uno che di fronte a un gap formativo e di competenze non sceglie di nascondersi dietro a un dito. Uno che non aggiunge al curriculum lavori mai svolti e titoli di studio mai conseguiti, ammettendo in modo chiaro e trasparente le proprie lacune. Facciamo ironia su Yoshitaka Sakurada, ma Yoshitaka Sakurada è uno di noi. È ciò che tutti noi vorremmo essere. E allora anche noi, da sognatori, vogliamo immaginare così i responsabili IT del Sol Levante.
* Il contenuto di questo articolo potrebbe essere volutamente ironico.