Da protagonista sugli spalti del Campionato del Mondo in Sudafrica, a calamità per la maggior parte degli utenti di Facebook. Il delicato suono ronzante delle tradizionali vuvuzela ha saputo conquistare i più eterogenei cuori della Rete. In primis quelli del sito in blu, che hanno affollato gruppi come io odio le vuvuzela e bandiamo le vuvuzela dai campionati di calcio .
Ma se alcuni network televisivi non hanno esitato a sfumare lo sciame inconfondibile delle trombette sudafricane, c’è una ben nota piattaforma che invece sembra apprezzarlo a tal punto da metterlo addirittura in risalto . E così un piccolo pallone ha fatto la sua apparizione nella barra al di sotto di ogni filmato di YouTube.
Un pallone apparentemente innocuo, probabilmente un omaggio della piattaforma di video sharing di Google alla massima competizione per nazionali di calcio. Ma basta un semplice click per ascoltare senza sosta l’inconfondibile guaito della vuvuzela. Che farà da piacevole accompagnamento sonico all’intera visione del filmato .
Un interrogativo resta: perché ampliare la simpatica funzione a video non legati alla Coppa del Mondo? Come se fosse accattivante ascoltare una ballata di Paul McCartney con un ronzio incessante a fare da sottofondo. Nel frattempo – continuando a parlare di Mondiali – pare che la partita disputata tra Stati Uniti e Algeria abbia fatto registrare dati significativi per il traffico in Rete.
Proprio mentre il centrocampista statunitense Landon Donovan segnava la rete decisiva per il passaggio della sua squadra agli ottavi di finale, il traffico rilevato dalla società Akamai ha raggiunto quota 11,2 milioni di visitatori al minuto . E si tratta di dati che seguono di poco le elezioni presidenziali del 2008, evento che rimane tuttora il più seguito online.
Mauro Vecchio