Nei giorni scorsi, la scure di YouTube si è abbattuta sugli ad-blocker di tutto il mondo, con un obiettivo ben preciso: evitare che questi software continuino a impedire la visualizzazione delle inserzioni pubblicitarie durante lo streaming dei video sulla piattaforma. La conseguenza (quasi inevitabile) è che molti utenti li stanno disinstallando o disattivando.
Gli sviluppatori di ad-blocker e il blocco di YouTube
A lamentarsene sono gli sviluppatori. Quelli di AdGuard, ad esempio, affermano che, su una user base composta da 75 milioni di persone (4,5 milioni delle quali paganti), mediamente circa 11.000 ogni giorno stanno eliminando la loro estensione di Chrome, dopo l’entrata in vigore della nuova policy. Il picco è stato raggiunto il 18 ottobre, a quota 52.000. In precedenza, di norma, il volume quotidiano si attestava intorno a 6.000. La versione premium, non affetta dal problema, ha invece fatto registrare un incremento delle sottoscrizioni.
Un’altra software house, Ghostery, dichiara di non aver rilevato particolari scossoni, ma che oltre il 90% di coloro che stanno effettuando una disinstallazione, compilando un sondaggio, racconta di aver preso la decisione per il mancato funzionamento dell’ad-blocker su YouTube. Al tempo stesso, nelle scorse settimane, è stato misurato un +30% per quanto riguarda i download su Edge.
La misura introdotta da YouTube, infatti, al momento interessa solo la versione desktop della piattaforma visitata da Chrome. Paradossalmente, la piattaforma sembra aver fatto un favore al browser concorrente di Microsoft, spingendo gli utenti a provarlo, per non dover fare i conti con le inserzioni pubblicitarie durante lo streaming.
Quanto pesano gli introiti dall’advertising sul servizio, per le casse della parent company Alphabet? Non poco: oltre 22 miliardi di dollari dall’inizio del 2023 al mese di settembre.
Per gli utenti, l’alternativa agli ad-blocker per liberarsi dalle pubblicità su YouTube passa dall’attivazione di un abbonamento Premium. Al prezzo mensile di 11,99 euro, include tra le altre cose lo streaming di brani e playlist dalla piattaforma Music, anche in modalità offline.