Buone notizie per gli assidui frequentatori del Tubo. Sembra, infatti, che il limite di quindici minuti imposto sui video da caricare stia per sparire . L’esperimento coinvolgerà, per il momento, un gruppo ristretto di utenti .
La lezione impartita da piattaforme come Hulu e Netflix, ospitanti show televisivi o pellicole intere prelevate dal Web, pare sia stata recepita da YouTube che sta cercando di attirare gli utenti nella visualizzazione dei filmati attraverso Google TV. Secondo Joshua Siegel, manager in forza al Tubo, il cambio di rotta porterà il popolare portale di videosharing a proporre video più lunghi del solito, come intere lezioni tenute nei college, conversazioni, conferenze, film realizzati da cineasti indipendenti.
Per circa tre anni, YouTube ha utilizzato un sistema di riconoscimento dei contenuti protetti da copyright chiamato Content ID , che permette ai titolari di proprietà intellettuale di bloccare i video abusivi, tracciarli o lucrare per mezzo delle inserzioni pubblicitarie. Ora, spiega Siegel, l’evoluzione del Content ID sta aprendo la strada alla possibilità di caricare video coperti da copyright come, ad esempio, interi filmati registrati con una videocamera all’interno di un teatro.
La nuova funzione sarà disponibile, al momento, solo per quegli utenti che non hanno mai violato le regole sul diritto d’autore e hanno sempre mostrato di conformarsi al regolamento collettivo del sito. Molti partner del Tubo, come National Geographic e Lonelygirl15, hanno già abilitato il caricamento di filmati più lunghi.
Il cambiamento di rotta segue un primo tentativo di estendere il limite dei video caricabili proposto nello scorso luglio. In quel caso, la piattaforma concedeva agli utenti un extra di cinque minuti sommabile al margine dei dieci canonici. I partner che attualmente usufruiscono del Content ID per gestire i contenuti sulla piattaforma sono più di mille, inclusi le maggiori etichette discografiche e case di produzione cinematografica a stelle e strisce. Per questo motivo, dal Tubo tengono a precisare che resta intatto l’impegno di realizzare e migliorare tecnologie sofisticate che permettano ai titolari di copyright di salvaguardare i loro diritti.
Cristina Sciannamblo