Dopo circa quattro mesi di test, YouTube ha esteso il ban degli ad-blocker in tutto il mondo. In Italia è ancora possibile avviare la riproduzione dei video, ma presto sarà necessario disattivare l’estensione del browser o sottoscrivere l’abbonamento a YouTube Premium. Molti utenti hanno già iniziato la ricerca di una soluzione che aggira il blocco.
Violazione dei termini del servizio
L’azienda di Mountain View aveva avviato un “piccolo esperimento” a fine giugno. Alcuni utenti hanno notato la comparsa di un avviso che invitava a disattivare l’ad-blocker (aggiungendo YouTube alla whitelist) oppure a sottoscrivere l’abbonamento a YouTube Premium per evitare il blocco della riproduzione dopo tre video.
A metà agosto è stato introdotto un nuovo avviso che informava dell’impossibilità di riprodurre il video (quindi non dopo il terzo). Il messaggio è stato ora aggiornato per specificare che l’uso di un ad-blocker viola i termini del servizio, in quanto l’accesso alla piattaforma è gratuito grazie alla pubblicità.
Gli utenti hanno tre opzioni: inserire YouTube nella whitelist dell’ad-blocker, pagare 11,99 euro/mese per YouTube Premium o scegliere un’altra piattaforma di streaming. Alcuni ad-blocker funzionano ancora (ad esempio uBlock Origin su Firefox), mentre eyeo ha pubblicato le istruzioni per aggirare il blocco con AdBlock Plus.
Un’altra soluzione è installare l’estensione FadBlock per Chrome e Firefox che non elimina la pubblicità, ma permette di saltarla automaticamente in meno di 50 millisecondi. Alcuni utenti consigliano di impostare lo user agent del browser a Windows Phone. Simili “trucchi” potrebbero però essere rilevati da YouTube.
Secondo un attivista della privacy, la tecnologia usata per scoprire la presenza di un ad-blocker non rispetta la normativa europea. Per questo motivo ha presentato una denuncia contro YouTube alla Data Protection Commission dell’Irlanda.