YouTube, ospitando contenuti immessi da terzi, si trova continuamente di fronte a varie problematiche legate al loro controllo e alla loro gestione. Primo passo: fornire più assistenza agli utenti per incoraggiare la community a vigilare sui contenuti. Con un nuovo YouTube Safety Centre.
In attesa dello sviluppo di una consistente giurisprudenza la sua responsabilità in qualità di fornitore del servizio è tutta da verificare, tuttavia è nell’ interesse della piattaforma stessa risolvere i problemi per avere una area di rispettabilità che le permetta di procedere nel progetto di ripensamento del modello di business iniziato nei mesi scorsi. Scopo principale: sviluppare la parte commerciale del sito e monetizzare le visite record.
La questione (quantitativamente) più rilevante è il Copyright dei contenuti. Come dimostra il progetto di ricerca del Massachusetts Istitute of Technology MIT, YouTomb , che studia i video rimossi da YouTube ed il motivo della richiesta, la violazione del copyright è il principale motivo di rimozione.
Un ulteriore problema è la base stessa del successo del sito: “Broadcast Youself”. I contenuti di valore (artistico, qualitativo) e quelli promozionali e professionali inseriti dai produttori, rischiano di perdersi fra migliaia di video inutili ed incomprensibili, tra il video disperato di un fan di Britney Spears e un criceto che fa uno sguardo inquisitorio, scoraggiando gli investitori e diminuendo conseguentemente la qualità ed il valore della piattaforma.
A questi problemi si aggiunge il rischio di ospitare spam o, molto peggio, contenuti indecenti , che hanno attirato l’attenzione, per esempio, dei media italiani, che si sono scagliati contro i filmati che testimoniavano atti di bullismo.
Tutto ciò ha portato YouTube a cercare di controllare meglio i propri contenuti.
La sua politica, rinunciando per impossibilità oggettiva ad un controllo diretto, si basa sull’ intervento della community , che ha la possibilità di flaggare i video ritenuti inappropriati , che saranno poi controllati dallo staff. Gli utenti, inoltre, potranno filtrare il linguaggio dei commenti rimpiazzando eventuali sproloqui con ***.
Per coordinare questi strumenti di monitoraggio è stato annunciato il lancio internazionale di YouTube Safety Centre . Il nuovo centro garantirà un accesso più semplice agli utenti, sarà disponibile in 17 lingue e avrà una serie di link verso esperti e organizzazioni per la tutela degli adolescenti, per cercare di informare su argomenti sensibili come il cyberbullying .
Tutto ciò, tuttavia, metterà YouTube nella condizioni di gestire ancora più informazioni sensibili, che si aggiungono a quelle ottenute dai tracking cookie relativi alla visione di un video su YouTube ed al rischio di intaccare la privacy.
Questa, d’altronde, è ora la preoccupazione principale: ci si chiede, per esempio, come ci si può assicurare del fatto che Google non raccolga informazioni su chi accede ai video di YouTube nel sito ufficiale della Casa Bianca.
A tal proposito Google ha assicurato che non registrerà i dati dei tracking cookie, comunque inviati, dal sito WhiteHouse.gov (che semplicemente, afferma Google, “non saranno conservati da nessuna parte”).
Piccola soddisfazione, questa, anche per la Electronic Frontier Foundation ( EFF , che dichiara che i cittadini dovrebbero sapere come vengono utilizzate le informazioni su cosa hanno visto online, sia sul sito Whitehouse.org sia altrove. Queste informazioni dovrebbero essere contenute nella privacy policy del sito, sul blog di YouTube o da qualsiasi altra parte.
Claudio Tamburrino