YouTube chiude cinque canali di propaganda russa

YouTube chiude cinque canali di propaganda russa

YouTube ha chiuso cinque canali, uno dei quali era di Tenet Media, azienda statunitense che ha pubblicato video per conto di RT (ex Russia Today).
YouTube chiude cinque canali di propaganda russa
YouTube ha chiuso cinque canali, uno dei quali era di Tenet Media, azienda statunitense che ha pubblicato video per conto di RT (ex Russia Today).

YouTube ha chiuso cinque canali politici di destra usati per la propaganda russa e la diffusione di fake news. Lo scopo era influenzare l’opinione pubblica in vista delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Uno dei canali era gestito da Tenet Media, un’azienda del Tennessee pagata da due dipendenti di RT (ex Russia Today). Questi ultimi sono stati accusati di cospirazione dal Dipartimento di Giustizia.

Contrasto alle operazioni di influenza

Alcuni dipendenti di RT, tra cui Kostiantyn Kalashnikov e Elena Afanasyeva, hanno finanziato l’azienda del Tennessee con oltre 10 milioni di dollari per realizzare quasi 2.000 video pubblicati su TikTok, Instagram, X e YouTube. I due accusati dal Dipartimento di Giustizia hanno usato false identità per dettare la “linea editoriale”. In pratica, Tenet Media ha pubblicato video per conto di RT nell’interesse della Russia, mettendo in cattiva luce le decisioni del governo statunitense, in particolare sulla guerra in Ucraina.

Dopo aver “seguito il denaro”, il Dipartimento di Giustizia ha scoperto il legame tra Tenet Media e RT. I due dipendenti sono stati accusati di cospirazione per violare il Foreign Agents Registration Act e per riciclaggio di denaro. Nel comunicato stampa si parla solo di un’azienda del Tennessee. YouTube ha confermato che si tratta di Tenet Media, il cui canale è stato chiuso insieme ad altri quattro canali gestiti dallo stesso proprietario (Lauren Chen).

Il Dipartimento di Giustizia ha inoltre sequestrato 32 domini usati dal governo russo per varie operazioni di influenza note complessivamente come Doppelganger. La tecnica più usata è quella del cybersquatting, ovvero nomi di dominio simili a quelli legittimi che ingannano i visitatori.

Fonte: Engadget
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Pubblicato il
9 set 2024
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