Google e YouTube sarebbero accomunate ben al di là dei meccanismi che regolano gli assetti proprietari in ambito aziendale: entrambe non riconoscerebbero l’importanza e il valore della proprietà intellettuale. Si tratta di un breve estratto dai recenti pensieri di Tullio Camiglieri, coordinatore del centro studi per la protezione dei diritti degli autori e della libertà d’informazione . Pensieri, ma soprattutto parole, che hanno criticato aspramente la presunta efficacia del sistema delle segnalazioni alla piattaforma di video sharing per la conseguente rimozione di un contenuto non autorizzato.
“La realtà è che di contenuti protetti da copyright YouTube è pieno – ha spiegato Camiglieri – e con questi ci guadagna, mentre chi perde ogni giorno sono gli autori, i registi, i giornalisti, gli editori”. Mediaset però non ha perso contro YouTube, che dovrà provvedere autonomamente alla rimozione di tutti i filmati caricati dai suoi utenti, in particolare di quelli relativi a immagini sia statiche che dinamiche della trasmissione Grande Fratello 10. E infatti Camiglieri ha manifestato il suo plauso alla recente decisione del Tribunale di Roma .
“L’ordinanza della nona sezione civile emessa ieri dal Tribunale di Roma è un importante passo verso la legalità – ha dichiarato Camiglieri – nonché verso il riconoscimento della proprietà intellettuale di chi produce contenuti”. YouTube sarebbe a suo dire uno strumento comunque molto utile, avendo aperto ai netizen nuove strade per la condivisione online dei contenuti. Ma questi contenuti non dovrebbero ovviamente violare le attuali leggi sul diritto d’autore, perché altrimenti finirebbero – sempre secondo Camiglieri – con l’avvicinarsi moltissimo al fenomeno della pirateria online.
Quello che aggraverebbe la situazione, a suo dire, è che Google genera profitti a partire da contenuti non autorizzati, visto un positivo fatturato di YouTube che durerebbe da 18 mesi. Camiglieri ha fatto il punto sui danni causati dalla pirateria all’industria culturale italiana, intorno ad una cifra pari al miliardo di euro l’anno. Le pratiche di accesso diretto ai contenuti di BigG starebbero impoverendo sempre più la capacità di generare prodotti editoriali.
Particolarmente soddisfatta, anche la Federazione Anti-Pirateria Audiovisiva (FAPAV), che ha sottolineato come la sentenza del Tribunale di Milano contro YouTube sia da considerare come un importante indice dell’attenzione rivolta dalla magistratura al problema della pirateria online. Lo stesso Filippo Roviglioni, presidente di FAPAV, si è augurato che l’impegno di magistrati, organi competenti e forze dell’ordine continui nella direzione illuminata dalla sentenza a favore della rimozione di contenuti ritenuti illeciti.
Mediaset, nel frattempo, ha annunciato il lancio – a partire dall’11 gennaio prossimo – di un nuovo servizio gratuito di streaming televisivo, una sorta di catch up tv , come definita dal vicepresidente Pier Silvio Berlusconi. Inizialmente, il servizio offrirà agli utenti la possibilità di fruire di brevi filmati, per poi estendersi con una versione full episod . Si potranno visionare in streaming programmi di news, infotainment e reality show. Tanto ormai la famosa casa del format orwelliano potrebbe essere al riparo dagli occhi indiscreti dei broadcaster artigianali della Rete.
Mauro Vecchio