Dopo i ripetuti episodi che hanno visto YouTube rimuovere e tempestivamente ripristinare contenuti in seguito ai reclami per violazione del copyright, la piattaforma di videosharing ha annunciato di aver provveduto alla modifica del sistema Content ID , con la speranza di evitare gli errori del passato.
In funzione dal 2007 , Content ID è utilizzato dai detentori dei diritti per identificare il materiale giudicato irregolare e innescare meccanismi che vanno dalla possibilità di ottenere dei ricavi attraverso la pubblicità alla rimozione del video. Un sistema, questo, che ha fruttato al Tubo l’adesione di più di 2mila partner in tutto il mondo, ma che, secondo molti, lascia l’utente in una posizione di svantaggio rispetto all’industria dei contenuti. Ora, Mountain View intendere ripristinare l’equilibrio nella delicata operazione di controllo e gestione dei video.
Il cambiamento in questione riguarda essenzialmente la parte di contro-notifica della presunta violazione. YouTube ha introdotto una sorta di “fase di appello” che permetterà agli utenti di confrontarsi con le notifiche di violazione del copyright considerate ingiuste . D’ora in poi, il proprietario dei contenuti avrà a sua disposizione due alternative: accettare il reclamo dell’uploader o presentare denuncia formale in base al Digital Millennium Copiright Act (DMCA). In questo modo, Google intenderebbe scoraggiare l’abuso di potere da parte dei titolari dei diritti dal momento che esistono delle pene – seppure di bassa entità – per chi si appella al DMCA per presentare ricorsi ingiustificati.
Il Tubo ha espressamente dichiarato di aver modificato la propria politica in materia di gestione dei contenuti dopo i moltissimi feedback ricevuti dalla propria community . Un intervento giudicato da più parti come ragionevole e attento a soppesare in maniera equilibrata le esigenze dell’industria e quelle dei netizen ed ad evitare, in questo modo, gli errori commessi di recente .
YouTube ha inoltre comunicato di aver migliorato l’algoritmo su cui si basa il sistema Content ID allo scopo di identificare i potenziali reclami non validi ed esaminarli prima che la notifica ufficiale possa essere emessa.
Cristina Sciannamblo