Tra etica digitale e libertà d’espressione, il potere sociale delle grandi piattaforme del Web ha partorito una grande responsabilità. Nel fuoco incrociato dei governi planetari, i siti della condivisione sono spesso obbligati a fronteggiare le posizioni più estreme, le pressanti esigenze di fazioni inconciliabili. Dopo il caos al consolato statunitense di Benghazi , YouTube si è ritrovata tra le mani una patata bollente .
Il portalone di BigG ha infatti subito l’ira funesta dei governi in Egitto e Afghanistan – pare anche in Pakistan – che hanno ordinato la rimozione immediata di varie clip del contestato film Innocence Of Muslims . Tra queste, un trailer esteso della durata di circa 14 minuti, in cui il Profeta Maometto viene descritto come un imbroglione e un casanova incallito.
Prodotto dal misterioso Sam Bacile, il film Innocence Of Muslims ripercorre le tappe della vita di Maometto con un piglio decisamente critico, nel tentativo di dimostrare al mondo le attività fraudolente del Profeta dell’Islam. Collaboratore di Bacile, Basseley Nakoula è un copto-statunitense braccato dalla giustizia a stelle e strisce per frode fiscale. Nella produzione del film sarebbe coinvolto anche il noto pastore Terry Jones, che già aveva bruciato pubblicamente alcune copie del Corano , descrivendo la religione islamica come “un cancro per l’umanità”.
Direttamente collegato alla morte del diplomatico statunitense Christopher Stevens, il trailer del film di Bacile ha provocato fortissime ondate di protesta nei paesi islamici. I governi di Egitto e Afghanistan hanno così deciso di bloccare tutti gli accessi al Tubo per evitare ulteriori proliferazioni delle clip blasfeme , considerate all’unanimità “un insulto al Profeta e all’intero popolo islamico”.
Il caso diventa subito complicato, appunto una patata bollente per YouTube. I vertici del Tubo hanno sottolineato come il trailer del film Innocence Of Muslims non ricada affatto nei casi di violazione dei termini di servizio della piattaforma di video sharing . In altre parole un filmato perfettamente legale, che può tranquillamente restare online pur considerando i suoi contenuti opinabili.
D’altro canto, YouTube ha deciso di bloccare la visione del video nei paesi islamici, dall’Egitto al Pakistan . Una mossa criticata dagli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF): “È davvero strano che YouTube blocchi un suo video senza una effettiva violazione dei termini di servizio, o comunque senza una richiesta legale valida. Non siamo sicuri che abbia fatto la cosa giusta”.
Mauro Vecchio