L’ira funesta degli utenti di YouTube alimenta la fantasia con cui assemblano pamphlet video rivolti contro la richiesta di Viacom, che un giudice ha considerato lecita: Viacom, promettono, potrà anche impossessarsi di tutti i dati dei netizen ma non avrà vita facile. Gli utenti del portale di video sharing stanno sbrindellando l’immagine del colosso dell’intrattenimento.
Drammatizzano e insultano, non risparmiano epiteti aggressivi nei confronti dell’azienda che pretende di conoscere i loro comportamenti sul portale di video sharing. Gli utenti non riescono a concepire che l’azienda abbia chiesto a YouTube di consegnare 12 terabyte di log, preferenze personali e cronologie della loro vita di rete. Si oppongono fermamente al provvedimento, organizzano petizioni , scagliano contro Viacom le proteste più sguaiate facendo eco alle critiche formulate in maniera più istituzionale dai difensori della privacy: Viacom non deve nemmeno immaginare di poter utilizzare i dati che otterrà da Mountain View per minacciare gli utenti colti ad abusare del proprio diritto al fair use .
I netizen impugnano dunque le armi a loro disposizione, brandiscono il linguaggio delle clip per ribellarsi . “Sì, sto boicottando Viacom” proclama un gruppo di utenti sullo sfondo di una bandiera americana in fiamme. Hanno organizzato un blog per esprimere il loro dissenso, saboteranno i piani di tutti i rappresentanti del conglomerato Viacom, da Dreamworks a Paramount, da MTV a Comedy Central, passando per gli inserzionisti che foraggiano il colosso: “questo è quello che i patrioti sono tenuti a fare”.
C’è anche chi tenta la mossa della sensibilizzazione e spiega con un paragone quel che Viacom sta tentando di fare agli utenti di YouTube: è come se Viacom fosse un negozio, un negozio che pretendesse di infiltrarsi nella vita dei propri clienti con la pretesa di verificare che non utilizzino in maniera impropria ciò che hanno acquistato. “Tonereste a fare acquisti in quel negozio?” provoca l’autore del video. La clip ha raccolto quasi seimila commenti e oltre 250 video di risposta: c’è chi intende dimostrare a Viacom cosa sono capaci di fare dei netizen arrabbiati, organizzati e consapevoli dei propri diritti, c’è chi non teme di canalizzare la propria ira nelle rimostranze più triviali , c’è chi fa esibire i personaggi dei cartoni animati in attacchi contro il colosso dell’entertainment. Partecipano anche le celebrità del web, che danno sfogo a pianti disperati (e sottotitolati).
L’immagine di Viacom si sgretola sotto le critiche degli utenti: potrebbe essere tardi per rimediare alla cattiva pubblicità annunciando di volersi accontentare di dati che non possano ricondurre all’identità dei cittadini della rete che hanno fruito di YouTube, potrebbe essere troppo tardi per assicurare che le informazioni che YouTube consegnerà non verranno utilizzate per scagliarsi contro i responsabili delle violazioni.
Gaia Bottà