Garantire alla propria community globale la libertà di espressione così come l’accesso alle informazioni e al tempo stesso assicurare che nessuno possa sentirsi danneggiato dai contenuti caricati: questo il delicato equilibrio da sempre cercato da YouTube, così come da tutte le piattaforme online. Più facile a dirsi che non a farsi. Oggi il servizio di Google annuncia una modifica delle policy con questo obiettivo.
YouTube contro l’incitamento all’odio
Le norme modificate sono quelle relative all’incitamento all’odio. Saranno d’ora in poi eliminati senza appello tutti quei contenuti che affermano la superiorità di una razza, di una religione o di un orientamento sessuale per giustificare pratiche legate a segregazione, esclusione o qualsiasi altro tipo di discriminazione, anche se i video non sono espliciti né violenti.
Non verranno inoltre accettati filmati in cui uno o più soggetti vengono trattati in modo non rispettoso e lesivo della loro dignità sulla base di caratteristiche riconducibili a (citiamo dalla policy) età, casta, disabilità, etnia, genere, nazionalità, razza, condizione di immigrato, condizione di vittima di un grave evento violento (o di familiare di una vittima) e condizione di veterano.
Al bando anche i cosiddetti contenuti borderline, che sebbene non in palese violazione delle norme citate poc’anzi possono essere etichettati come al limite. Per questi non è prevista la cancellazione, ma penalizzazioni in termini di visibilità sulla piattaforma. In altre parole, gli algoritmi si occuperanno di farli comparire con minore frequenza tra i suggerimenti per la visione. YouTube afferma che l’approccio è già stato messo alla prova durante una fase di test condotta negli Stati Uniti con esito positivo.
Un’altra misura attuata è quella legata alla monetizzazione: in caso di ripetute violazioni delle policy in questione i canali non saranno più in grado di generare profitto dall’upload e dalla condivisione dei filmati. Ecco quanto si legge sul blog ufficiale.
L’apertura di YouTube ha aiutato la creatività e favorito l’accesso a sempre più informazioni. È nostra responsabilità proteggerla e prevenire ogni utilizzo della piattaforma per incitare odio, molestie, discriminazione e violenza. Siamo impegnati nel compiere i passi necessari per farci carico di questa responsabilità oggi, domani e negli anni a venire.
Una dichiarazione d’intenti, quella di YouTube, il cui fine è senza alcun dubbio nobile. L’efficacia delle policy e degli algoritmi andrà in ogni caso valutata nel tempo. Ciò che emerge è la presa di posizione da parte della piattaforma, per lungo tempo rimasta inerte di fronte alla questione nonostante i molteplici appelli, oggi finalmente consapevole del problema e pronta a farsi carico delle proprie responsabilità.