Nel pieno della battaglia contro le mele marce colpevoli di violare quotidianamente il copyright, Google si trova ora alle prese con una richiesta di rimozione dei contenuti da Oscar: Josh Fox, in lizza per la statuetta d’oro con il documentario Gasland , ha inviato una richiesta di takedown notice a YouTube in merito a un video nel quale un giornalista rivolge al regista alcune domande apparentemente scomode sul suo lungometraggio.
Gasland , candidato nella sezione “Documentari” agli scorsi Academy Awards e vincitore del Premio Speciale della Giuria al Sundance 2010, è un’opera di denuncia circa la pericolosità delle tecniche di estrazione del gas naturale negli Stati Uniti. Nel video contestato da Fox, il reporter farebbe riferimento a delle presunte omissioni commesse dal regista nella realizzazione del documentario.
L’intervistatore ha caricato sul Tubo i 3 minuti di intervista nel quale comparirebbero Fox e alcune scene tratte da Gasland utili a contestualizzare le domande. Il video in questione è stato rimosso dalla piattaforma in seguito a una esplicita richiesta e, dopo essere stato spostato su Vimeo, sarebbe stato cancellato una seconda volta.
Phelim McAleer, autore dell’intervista, si sarebbe recato a Chicago per chiedere al regista il perché dell’assenza nel documentario di alcuni fatti e notizie rilevanti ai fini dell’inchiesta sulle trivellazioni . Dopo aver ottenuto riposta da Fox, McAleer ha provveduto a caricare il video dell’incontro su YouTube per arrivare, subito dopo, a quello che è stato definito un “tentativo di ban” da parte dell’intervistato.
La vicenda segnala ancora una volta il tema del fair use e il problema dell’applicazione di alcune leggi, quali il DMCA , che permettono ai detentori dei diritti di inviare a host come Google richieste di rimozione, con tempi contingentati perché la controparte possa provvedere all’invio delle contro-notifiche. Per una volta, per lo meno, il ricorrente non ha confuso BigG con il potenziale responsabile dell’abuso.
Cristina Sciannamblo