Per scardinare l’anonimato dietro cui si nascondono i troll e spingere in questo modo al miglioramento della qualità dei commenti inseriti su YouTube, Google aveva deciso di vincolare gli interventi in risposta ai video caricati all’utilizzo di identità Google+ e di fornire agli autori del contenuto caricato un sistema di filtri basati su parole chiave che permetta di controllare in anticipo cosa viene scritto. Tuttavia ciò ha causato aspre critiche da parte di molti utenti che per il momento non sembrano apprezzare il cambiamento.
La novità è stata spiegata da Mountain View con l’idea di voler in un certo senso responsabilizzare gli utenti e favorire l’interazione tra account con cerchie di interesse comuni, nonché agevolare la gestione delle discussioni tra private e pubbliche grazie alle funzionalità del suo social network. Un processo che anche altri siti stanno seguendo ultimamente con l’introduzione, per esempio, della possibilità di commentare solo autenticandosi con un account Facebook.
Il cambiamento ha sollevato tuttavia un vespaio di polemiche: a non piacere è soprattutto che Google imponga l’utilizzo di un account Google Plus , fatto che da un lato sembra una spinta artificiosa al suo social network che poco o nulla c’entra con il Tubo e dall’altro costringe gli utenti a fidarsi di Mountain View nell’inserire i propri dati sensibili necessari alla registrazione per un commento.
Oltre e conseguentemente a questi cambiamenti, a dar fastidio agli utenti è il costante suggerimento che si riceve su YouTube per cambiare il proprio nickname nel nome utilizzato su Google+, nonché l’utilizzo della posta del social network al posto di quella della piattaforma video.
Così è stata avviata una petizione di protesta che chiede a Google di tornare al sistema originale di sottoscrizione di commenti e che ha ricevuto 40mila firme in sole 24 ore dal suo esordio . Addirittura, secondo i fautori della campagna, Google avrebbe bloccato gli account che la sponsorizzavano.
La protesta più coerente al cambiamento adottato su YouTube viene peraltro da due contenuti caricati sul Tubo. Uno rappresenta la critica di uno dei suoi stessi fondatori, Jawed Karim, che (sempre che non si tratti di hacking ai suoi danni o di un fake) dopo 8 anni dal video di lui allo zoo torna online per criticare con un commento la modifica alla sua creatura, l’ altro è un video in cui una ragazza intona un’ironica canzone dall’esplicativo titolo F*ck You, Google+ . Ed è subito meme.
Claudio Tamburrino