Probabilmente gli ultimi movimenti di mercato hanno particolarmente giovato alle casse di YouTube: secondo Mark Mahaney, analista di Citi, i guadagni del Tubo hanno toccato 825 milioni di dollari nel 2010 e sono in attesa di crescere di 1,3 miliardi di dollari nel 2011 e 1,7 nel 2012.
La rapida crescita finanziaria che ha riguardato la piattaforma di videosharing è dovuta alle oltre 35 ore di video caricate ogni minuto e alla monetizzazione su oltre 2 miliardi di visualizzazioni registrate ogni settimana, numeri che hanno fatto esplodere le quotazioni dell’azienda.
La crescita dei profitti dipende, secondo l’analista, dal generale aumento delle visualizzazioni , ma anche dall’ abilità del Tubo di monetizzare meglio i click . Mahaney nota, infatti, che emerge un investimento pubblicitario per 81 dei 100 top video della piattaforma comparati ai 77 del dicembre scorso e ai 60 dell’anno passato.
La pubblicità, inoltre, non solo aumenta in quantità ma anche in qualità: nel 2009, circa il 95 per cento dei video tracciati presentava solamente un’inserzione, mentre ora, se il 37 per cento di questi video continua ad avere solamente un messaggio pubblicitario, il 63 per cento presenta due inserzioni o più . E non si tratta di avanzi provenienti da qualche altro mercato e poi finiti online come ripiego, ma di brand del calibro di Amazon, AT&T e Verizon.
Secondo il ricercatore, YouTube sarebbe diventato un business imprescindibile per Google: “Nel tempo, siamo stati sempre più impressionati dalla misura e dalla crescita dell’asset YouTube per Google. Inoltre, abbiamo visto YouTube fornire a Google una straordinaria piattaforma contro due dei più grandi trend di Internet – la migrazione delle inserzioni della TV sulla rete e lo sviluppo dei social network, Facebook in particolare. Messa così, crediamo che il valore di Google sul lungo termine sarebbe stato materialmente inferiore se non avesse rilevato YouTube”.
Cristina Sciannamblo