Acque agitate, agitatissime, per YouTube . Il portale del video sharing, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal , sta perdendo uno ad uno quei grandi alleati dei network dello show business che avrebbero dovuto “istituzionalizzare” la sua presenza in rete e risolvere il grande nodo dei diritti sui contenuti pubblicati sulle sue pagine.
L’autorevole quotidiano finanziario ha infatti confermato i rumors di questi giorni: CBS, uno dei maggiori network televisivi americani, il cui accordo con YouTube era stato preannunciato subito dopo l’acquisizione del portale da parte di Google, e rilanciato persino al recente CES di Las Vegas, sembra ora tutto meno che intenzionata a stringere accordi con GoogleTube .
Come riporta BetaNews tra Google e CBS si è giunti almeno per ora ad un congelamento dei negoziati per i dettagli del contratto che avrebbe dovuto suggellare l’intesa. A quanto pare Google pretendeva un accordo che avesse una durata minima di cinque anni, troppi per CBS, tesa a massimizzare la propria presenza nel mercato più dinamico che c’è, quello dei contenuti via Internet.
Ma Google, come noto, aveva incontrato a ridosso di quella acquisizione anche gli esponenti di NBC, uno dei competitor di CBS e tra i più influenti gruppi televisivi statunitensi. NBC, come riporta Ars Technica , ha però recentemente cambiato il proprio vertice, e i nuovi boss più che ad un accordo commerciale pensano ad intimare a Google di rimuovere qualsiasi contenuto diffuso da YouTube in violazione dei diritti d’autore o di sfruttamento commerciale.
Tutto questo segue il recente naufragio dei colloqui intavolati da GoogleTube con Viacom, una delle grandi major del settore, che non solo non ha firmato nulla ma, come noto, ha prima imposto a Google di rimuovere più di 100mila video da YouTube e ha poi annunciato il varo di un proprio servizio da riempire con i propri contenuti e da “modellare” sul sistema di distribuzione già adottato da YouTube. Non solo, proprio nelle scorse ore il gigante dell’intrattenimento ha confermato un accordo con Joost , il sistema televisivo P2P precedentemente noto come “Progetto Venice” e portato avanti dai creatori di Kazaa e Skype.
Il quadro, sottolinea Ars , si sta facendo quindi di ora in ora più scuro per YouTube. Google dovrà trovare alleati ed intese se vorrà evitare che l’acquisizione del portalone di video sharing, costato la bellezza di 1,5 miliardi di dollari, si trasformi in una serie di grane legali e, nel frattempo, consenta ai maggiori produttori di contenuti di costruire piattaforme alternative di distribuzione.