Dopo gli errori di gioventù , pagati a suon di quattrini in avvocati per acquietare le numerose stangate ricevute in materia di violazione del diritto d’autore, YouTube sembra aver trovato il modo per tentare monetizzare in tutta sicurezza la sua popolarità: stringere partnership con i maggiori fornitori di contenuti audio e video ed aspirare a diventare il maggior snodo multimediale di materiale premium. Dopo i recenti accordi siglati con CBS e Disney, giusto per citare i più recenti, la creatura acquisita da Google ha stretto una partnership con Universal per fornire migliaia di video musicali tramite l’apposito canale correlato al progetto Vevo . Ma non sembra finire qui la sete di aleanze del portale video: in rete si inseguono numerosi rumor che vedono YouTube vicino a stringere un accordo con Sony che porterà interi film sulle pagine del portale.
La firma con Universal, di cui non è trapelato alcun dettaglio economico, si concretizzerà entro l’anno con la condivisione sull’apposito canale YouTube degli oltre 10mila contenuti video professionali ospitati sul portale Vevo. Le due aziende si spartiranno gli introiti pubblicitari che andranno generandosi sia sulle pagine del portale di BigG, sia attraverso l’apposito player realizzato che potrà essere integrato su numerose piattaforme di social networking.
Per Universal, che sembra disposta ad investire ingenti capitali nella promozione online dei propri contenuti, la partnership con YouTube pare essere l’approccio migliore alla veicolazione di contenuti premium via web. “Crediamo che il video rappresenti al momento la migliore opportunità per generare ricavati monetari” ha commentato Rio Caraeff, dirigente della divisione eLabs di Universal Music. “Questa convinzione – spiega – è data anche dal fatto che gli inserzionisti sembrano trovarsi più a loro agio con le piattaforme video poiché, a differenza di quanto avviene con lo streaming audio, viene visto come canale più redditizio per veicolare i loro messaggi”.
Come prevedibile, tutti i contenuti saranno infarciti di spot, fino a 15 secondi complessivi per ogni singolo video. Così come già avviene per altri partner professionali di YouTube, il controllo sugli spot sarà interamente nelle mani di Universal . Questa strategia sembrerebbe finora non fornire grandissimi vantaggi economici per l’azienda, i cui profitti sarebbero stati stimati in rosso anche per l’intero 2009.
Se da una parte è vero che, dato il limite temporale di durata dei video fissato a non oltre 10 minuti, YouTube si configura come piattaforma ideale per contenuti che ruotano intorno al panorama musicale, è anche vero che alcune di queste partnership sono volte alla promozione di contenuti video quali serie televisive e, in alcuni casi, interi film . Nonostante su questo settore realtà come Hulu e affini sembrino avere un discreto vantaggio su YouTube, le partnership con CBS e Disney rappresentano un ottimo inizio per tentare la rincorsa ed un piazzamento in questo specifico settore di mercato. Da non sottovalutare, inoltre, sono le voci che vedono Sony e Google in ferventi negoziazioni volte a portare interi film sugli schermi digitali di YouTube.
L’iniziativa, che ricorda molto da vicino la partnership siglata con Metro Goldwin Mayer, è stata confermata da Sony stessa e, anche se al momento mancano dettagli concreti, dovrebbe essere sviluppata seguendo lo schema già descritto: Sony metterà a disposizione un non meglio quantificato numero di film tramite il suo portale video Crackle su un apposito canale YouTube in cui potrebbe essere incastonato un player proprietario di Sony. Così come negli altri casi descritti, questa mossa permetterebbe al fornitore di contenuti di avere pieno controllo sia della pubblicità, sia della pagina stessa: nella più quotata delle ipotesi, gli utenti sarebbero invitati a visitare il portale di Sony per poter accedere ad altri contenuti. Inoltre l’adozione del player nativo di Sony segnerebbe, con molta probabilità, l’impossibilità per gli utenti di inserire il player sulle pagine di altre piattaforme di social networking o sui blog.
Nonostante quest’ultima partnership sia tutt’ora in fase di definizione, una cosa appare certa: YouTube sembra decisa a voler crescere e a diventare il calderone per eccellenza dei video trasmessi via Internet. Se ciò da una parte può tradursi in un’offerta di contenuti più ampia e variegata per gli utenti, è anche vero che in molti potrebbero vedere questa mossa come un lento ed inesorabile snaturarsi del progetto iniziale, pubblicizzato sotto il motto di broadcasting yourself e votato a dare spazio e visibilità a chiunque.
Vincenzo Gentile