Non c’è pace per gli utenti di YouTube: dopo il matrimonio forzato con gli account Google+ e l’ ascesa dei troll nei commenti , è la volta dei creatori di video-recensioni e walkthrough dei videogiochi più popolari (ma non solo), caduti vittima del sistema automatico di gestione del copyright e relativi avvisi di possibili infrazioni inviati in massa.
I creatori dei suddetti contenuti video focalizzati sui prodotti videoludici sono spesso molto popolari tra gli utenti del tubo , e non di rado sfruttano questa popolarità per costruire un business basato sull’ embedding di advertising e gli introiti connessi a questo genere di attività.
Recenti modifiche al sistema Content ID – usato da Google per gestire in automatico le infrazioni del copyright su YouTube – hanno però portato a un numero di allarmi senza precedenti fra i video-maker, al punto da scatenare l’ennesima serie di polemiche e reazioni stizzite da parte dei diretti interessati.
Di chi è la colpa? I publisher videoludici sono stati piuttosto lesti nello smarcarsi dalla nuova tempesta , fornendo anzi consigli ai video-maker interessati su come affrontare la questione. Google, da parte sua, si è limitata a segnalare le modifiche all’algoritmo Content ID in relazione alle policy precedentemente impostate dai proprietari dei contenuti.
La colpa è di tutti, quindi di nessuno? A voler cercare una giustificazione nella crescente volontà di Mountain View di eliminare le infrazioni del copyright (vere o presunte) da YouTube, val la pena segnalare che i ricavi provenienti dalla pubblicità sul portale per l’anno 2013 sono stimati in 5,6 miliardi di dollari – 2 dei quali di profitti puri per Google.
Alfonso Maruccia