La comunità di YouTube lo ha selezionato come video che “potrebbe offendere alcuni”, e così lo presenta anche chi lo ha caricato online, ma l’auto-regolamentazione che nasce spontaneamente tra gli utenti del celeberrimo portale di video sharing non sembra bastare. Il video in questione, infatti, viene ritenuto “troppo sensibile” e, sebbene sia stato caricato su YouTube un mese fa, solo in questi giorni sta creando indignazione in molte parti dell’India.
Il video, dal titolo Time to get sexy , è la registrazione di uno sketch di un comico americano di origini indiane che, indossati i panni del Mahatma Gandhi (nella foto qui sotto), considerato il padre della nazione indiana, lo dissacra con sgangherata ironia impregnata di riferimenti erotici, pole dance compresa. Visualizzato decine di migliaia di volte dagli utenti YouTube, capace di raccogliere nei commenti al video sia condanne che applausi, è ora nel mirino del Governo di Nuova Delhi .
La ragione dell’interesse governativo è ovvia: subito dopo essere giunto sui media, il video ha scatenato manifestazioni di piazza , come la protesta silenziosa di Ahmedabad in cui i partecipanti hanno chiesto provvedimenti contro il comico. E due emittenti televisive locali lo hanno trasmesso, riverberando lo scandalo e prendendosi a breve distanza le condanne del ministero dell’Informazione e del Broadcasting, che nel giro di poche ore ha ottenuto le loro più profonde scuse e la “ritrattazione” per la messa in onda del video.
Proprio il Ministro all’Informazione ha annunciato che il Governo intende prendere provvedimenti , sebbene non si nasconda la difficoltà di agire contro un video che risiede su un servizio americano e che è già replicato in rete numerose volte. Qualcuno riporta che il Governo indiano vorrebbe bloccare YouTube ma il Ministro non ha, almeno fin qui, neppure accennato ad una ipotesi di questo tipo. C’è quindi un problema di giurisdizione che qualcuno bypassa suggerendo di parlarne con Google, che controlla YouTube . BigG da parte sua ha fatto sapere di non aver ancora ricevuto segnalazioni o notifiche ufficiali e di star comunque investigando sul video. Una risposta standard, tipicamente rilasciata da Google in situazioni in cui deve far fronte alla tentazione censoria delle autorità di questo o quel paese.
C’è da chiedersi se Gandhi, la cui immagine è già stata usata per la pubblicità in più occasioni, ed è finita persino dentro qualche videogioco, avrebbe davvero preso così sul serio questo video: c’è chi ne ricorda in queste ore il pronunciato senso dell’umorismo. Eccolo qui di seguito: