YouTube non smette di crescere, il proprio business non smette di evolvere, e con esso evolvono le modalità di consumo dei conteuti da parte degli utenti: è questo il motivo per cui ferve il lavoro ai piani alti, alla ricerca di modelli per monetizzare al meglio il proprio successo.
A dare qualche indizio delle strategie che si stanno elaborando per la piattaforma, è il CEO Susan Wojcicki, trasitata dalla divisione advertising ai vertici del Tubo nei primi mesi del 2014. Ospite della conferenza Code/Mobile , ha rivelato innanzitutto come le modalità di fruizione dei video stiano progressivamente assestandosi su nuovi equilibri: se fino a pochi mesi fa le statistiche rilevavano come le platee connesse godessero dei contenuti per il 60 per cento del tempo a mezzo desktop, Wojcicki ha spiegato che le visualizzazioni sono ora equamente divise fra desktop e dispositivi mobile come smartphone e tablet. Nel frattempo, spiega il CEO, YouTube cresce di anno in anno del 50 per cento in termini di tempi di voisualizzazione.
Non si tratta ancora di un consumo di contenuti equiparabile a quello su cui può contare un mezzo tradizionale come la televisione, ma la crescita è evidente, e i vertici di YouTube stanno studiando nuove tattiche per incoraggiarla . Allo studio è per esempio un modello di business basato sulla sottoscrizione di un abbonamento: non si tratta di canali a pagamento come quelli avviati negli States nella primavera del 2013 e pensati soprattutto per incoraggiare il versante dei creatori di contenuti, ma di un modello di fruizione alternativo a quello sperimentatoi finora. “YouTube ora è supportato dalla pubblicità, il che è una gran cosa perché ci ha permesso di raggiungere un miliardo di utenti – ha spiegato Wojcicki – ma ci sarà un momento in cui le persone non vorranno più vedere pubblicità”: ai consumatori verrà probabilmente concessa libertà di scelta, “fra l’advertising e il pagare una quota” per non doversi sorbire i comunicati pubblicitari.
YouTube non ha mai quantificato il valore del proprio modello di business, ma gli analisti stimano che per il 2013 possa misurarsi in 5,6 miliardi di dollari all’anno, il che corrisponde all’incirca al 9,7 per cento del fatturato complessivo di Google. Il futuro potrebbe riservare per YouTube nuove fonti di monetizzazione come gli abbonamenti, e da tempo questa strada è stata imboccata nel tentativo di dare vita a un servizio di sottoscrizione verticale, orientato a sfruttare lo sconfinato patrimonio musicale della piattaforma e a cavalcare la tendenza al consumo di musica come servizio . Fra dissidi con artisti e etichette indipendenti e indiscrezioni sempre più concrete , il servizio, che si presume assumerà il nome di YouTube Music Key , deve ancora vedere la luce: Wojcicki è parca nei dettagli, e dichiara di essere “ottimista” rispetto a un lancio nel breve periodo.
Gaia Bottà