YouTube ha negli anni legittimato sul mercato la propria immagine, scrollandosi di dosso la nomea di piattaforma popolata dagli abusi e trasformandosi in piattaforma capace di identificarli e metterli a frutto attraverso l’implementazione di uno strumento come Content ID. D’altro canto, però, non tutti i riusi di contenuti sono proibiti: la legge prevede la possibilità di ripubblicare materiale per commentarlo o criticarlo, per deformarlo in una parodia o per garantire l’integrità di una notizia. La piattaforma di Google, ad oggi, sembra mostrarsi bifronte: se da un lato offre piano sostegno a coloro che difendano il proprio diritto al fair use, dall’altro garantisce carta bianca per contratto ad alcuni detentori dei diritti secondo cui il copyright non prevede eccezioni.
YouTube riferisce di come si stia concretamente adoperando per supportare alcuni dei propri utenti che si ritengano vittime di richieste di rimozione inappropriate : il diritto d’autore viene troppo spesso imbracciato come un’ arma per ridurre al silenzio chi eserciti il diritto di esprimersi proprio a partire dai contenuti protetti. Non si tratta solo di manifestazioni artistiche fondate sul remix: sovente i contenuti vengono riusati per essere criticati o commentati, e questo riuso risulta spesso sgradito ai detentori dei diritti.
A difesa di chi esercita il fair use, YouTube prevede un meccanismo di contestazione : le rivendicazioni su video caricati da terzi, anche quelle generate automaticamente dal sistema Content ID, possono essere contestate dagli utenti che le ricevono, anche sulla base dell’ uso legittimo che si sostiene sia stato fatto del contenuto rivendicato. Se la controversia non dovesse risolversi nel contesto della piattaforma, però, si può ricorrere ai tribunali: la legge statunitense, con la sezione 512(f) del DMCA, punisce coloro che rivendichino impropriamente dei diritti su contenuti legittimi, o legittimati dall’intento del riuso.
È proprio in questo ambito che YouTube sta offrendo supporto ai propri utenti: si farà carico delle spese legali che potrebbero pesare su alcuni creatori di video che vorranno difendere in tribunale il proprio diritto di riusare dei contenuti a scopo di commento, di critica, di parodia o di rilancio dell’informazione. A titolo di esempio, il New York Times cita tale Constantine Guiliotis, il cui canale U.F.O. Theater , dedicato alla razionalizzazione di presunti avvistamenti di oggetti non identificati, è stato al centro di alcune richieste di rimozione ritenute non valide proprio perché avrebbero leso il suo diritto al fair use. YouTube si è offerto di provvedere al fronte economico della causa, qualora il contenzioso dovesse essere discusso in tribunale.
Il Tubo, suggerisce il quotidiano statunitense, opera in questo senso non solo per mostrare tutto il proprio supporto alla libertà degli utenti di esprimersi, ma anche per posizionarsi come una piattaforma di rifermento per esercitare questi diritti rispetto ad una concorrenza scalpitante, ma probabilmente meno preparata sul fronte dei diritti: Facebook, decisa nel contendere a YouTube il primato dell’intrattenimento video, ha solo di recente introdotto strumenti per proteggere i creatori e i loro diritti e si è invece dimostrata piuttosto lassista nel lasciare che gli utenti alimentassero il catalogo di clip del social network attingendo alle fonti originali e riciclando video altrui, senza ombra di uso legittimo.
Ma non è solo le vittime degli abusi del copyright che YouTube si mostra pronta a tutelare: nella direzione completamente opposta vanno le clausole contrattuali che garantiscono a certi soggetti il pieno diritto di soffocare il fair use. Electronic Frontier Foundation segnala infatti come il Tubo firmi con “alcuni titolari di copyright” degli accordi che concedono loro carta bianca nel richiedere le rimozioni di contenuti che ospitino stralci delle opere di cui detengono i diritti. EFF cita l’esempio del canale di LiberalViewer : dedicato al commento della scena politica statunitense, ospitava stralci di comizi. È il contratto stipulato da YouTube con Universal, fra le etichette più rigide nella tutela dei propri contenuti, ad aver determinato la rimozione dei video dal canale, solo perché la campagna elettorale di Obama, che LiberalViewer ha seguito nel suo evolvere, si nutriva delle note di “Signed, Sealed, Delivered I ‘ m Yours” di Stevie Wonder, parte del catalogo della major.
YouTube non lo nasconde : “alcuni di questi titolari di copyright musicali ci chiedono di applicare delle regole diverse da quelle abituali”, formalizzate in contratti sulla base dei quali YouTube spiega che potrebbe essere “costretta a rimuovere alcuni video dal sito o bloccarli in determinate aree geografiche, o ancora impedirne il ripristino in seguito a una contro notifica”. “In alcuni casi – avverte ancora YouTube – è persino impossibile presentare un ricorso di Identificazione contenuti e/o una contro notifica”.
Quando i diritti degli utenti di riusare dei contenuti e i diritti dei privilegiati firmatari di questi contratti con YouTube si trovano a collidere, dunque, c’è solo il tribunale : solo la giustizia potrà soppesare i diritti in gioco e valutare se la richiesta di rimozione sia frutto di un abuso.
Lecito sospettare che in questi casi YouTube non si offrirà di sostenere le spese legali della vittima della rimozione.
Gaia Bottà