Come è noto, YouTube ha dichiarato guerra agli ad blocker, impedendo la riproduzione dei video se l’utente attiva l’estensione del browser. Gli sviluppatori cercano di aggirare le misure implementate dall’azienda di Mountain View, ma questo “scontro” potrebbe vincerlo YouTube con l’arrivo dello standard Manifest V3.
Google rallenterà gli aggiornamenti?
YouTube afferma che l’uso di un ad blocker non è consentito dai termini del servizio. Gli utenti devono quindi disattivare l’estensione inserendo il sito nella whitelist o sottoscrivere l’abbonamento Premium (11.99 euro/mese) per non vedere gli annunci pubblicitari. Quello tra YouTube e gli sviluppatori di ad blocker è il classico “gioco del gatto con il topo”.
Come spiega Ghostery, l’azienda californiana utilizza varie tecniche per rendere inefficaci gli ad blocker, ad esempio inserendo pubblicità all’interno dei video, usando per gli annunci lo stesso dominio del video o nascondendo annunci e tracker con la crittografia. Molte tecniche sfruttate dagli ad blocker (DNS filtering, network filtering, cosmetic filtering e altre) non funzionano più.
Lo scontro potrebbe finire con la vittoria di YouTube, quando verrà introdotto Manifest V3 (giugno 2024) per Chrome. Con il passaggio dalla API WebRequest
alla API declarativeNetRequest
verrà bloccato il download delle liste dei filtri. Per l’aggiornamento delle liste sarà necessario aggiornare l’intera estensione. Ciò significa che l’utente dovrà aspettare parecchi giorni, sempre che Google non blocchi la pubblicazione della nuova versione.
Gli utenti saranno costretti ad usare un altro browser. L’implementazione di Manifest V3 da parte di Mozilla consentirà di sfruttare gli ad blocker su Firefox. YouTube potrebbe però adottare altre misure, come il rallentamento del caricamento dei video. Una delle tecniche più efficaci contro le misure di YouTube è nota come scriplet injection, ma questo “gioco del gatto con il topo” richiede molte risorse (tempo e denaro) che non hanno tutti gli sviluppatori di ad blocker.