Zambia, in prigione i cracker

Zambia, in prigione i cracker

Le autorità ritengono che il timore di passare 25 anni in carcere dovrebbe scoraggiare i cracker dal prendere d'assalto le banche del paese. Funzionerà la mano dura?
Le autorità ritengono che il timore di passare 25 anni in carcere dovrebbe scoraggiare i cracker dal prendere d'assalto le banche del paese. Funzionerà la mano dura?


Lusaka – Repubblica di quasi 8 milioni di abitanti, sistema sanitario pressoché inesistente, un grado di sviluppo economico bassissimo e un computer ogni mille abitanti, lo Zambia si appresta ad introdurre una delle più severe normative contro il crimine informatico.

Una certa attenzione nel paese sta infatti sollevando la nuova proposta di legge “contro l’Abuso del computer e i Crimini informatici”, un testo che viene appoggiato esplicitamente dal mondo finanziario , che spera con questa normativa di contenere il numero di attacchi informatici alle proprie strutture, nonché le azioni di pirati capaci di catturare i dati di account bancari.

La normativa, peraltro appoggiata anche dalla Computer Society locale, gruppo che si batte da lungo tempo per la diffusione del computing nel paese, prevede che le azioni di cracking di maggiore importanza possano essere punite con carcere da 15 a 25 anni . “Riteniamo – ha spiegato il presidente di Computer Society ai reporter – che questa legge consentirà di affrontare meglio l’aumento nel numero di frodi elettroniche e di cracking indirizzate al settore finanziario”.

Che la legge sia destinata a passare in Parlamento appare peraltro chiaro visto che a proporla è stato lo stesso Governo del paese.

Ma è davvero necessaria una simile severità? Questo è quanto si chiedono coloro che ricordano come il cracking più grave fin qui registrato sia stato un atto di defacement , quando la foto del presidente sulla home page di un sito istituzionale è stata rimpiazzata con un disegno. In quel caso l’autore fu individuato e arrestato, ma fu rilasciato per l’assenza di leggi specifiche su questo genere di azioni.

Il timore di qualcuno, evidentemente, è che il Governo possa utilizzare la severità della nuova normativa per colpire le libertà di utilizzo della rete e di accesso ad Internet.

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Pubblicato il
2 ago 2004
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