L’Agcom ha diffidato Wind Tre per l’applicazione del cosiddetto zero rating ovvero quella pratica che permette l’utilizzo di applicazioni proprie dedicate alla messaggistica e l’intrattenimento ai clienti senza erodere i GB inclusi nelle offerte . Secondo l’Autorità questa pratica costituirebbe una violazione alla net neutrality , in quanto sarebbe discriminante verso altri servizi ampiamente utilizzati come Spotify e WhatsApp. In passato una condotta simile era stata intrapresa da TIM, salvo poi fare dietro front.
I servizi/app verso cui l’Autorità punta il dito sono nello specifico Veon , utilizzata per messaggistica e VoIP (che in fase di lancio riconosce anche uno sconto sul taglio di ricarica scelto del 10 per cento per incentivarne l’utilizzo), e Music by 3 , applicazione proprietaria per la fruizione di contenuti musicali. Contro le offerte “zero rating” vengono citati il nuovo Regolamento n. 2015/2120 , c.d. “Regolamento TSM” (Telecom Single Market), che stabilisce misure riguardanti l’accesso a un’Internet aperta e il Regolamento (UE) n. 2012/531 entrato in vigore il 16 aprile 2016 relativo al roaming sulle reti pubbliche di comunicazioni mobili all’interno dell’Unione. Quest’ultimo nello specifico persegue la duplice finalità di “definire norme comuni per garantire un trattamento equo e non discriminatorio del traffico nella fornitura di servizi di accesso a Internet e tutelare i relativi diritti degli utenti finali” oltre che “garantire al contempo il funzionamento ininterrotto dell’ecosistema di Internet quale volano per l’innovazione”.
Il Regolamento nello specifico non vieta esplicitamente le pratiche di zero rating (si predilige un approccio valutativo caso per caso) ma fa divieto agli operatori di commercializzare offerte che limitino l’esercizio dei diritti degli utenti ad avere accesso a un’Internet aperta (art. 3, comma 2) oltre a prevedere che gli stessi operatori trattino tutto il traffico allo stesso modo , “senza discriminazioni, restrizioni o interferenze, e a prescindere dalla fonte e dalla destinazione, dai contenuti cui si è avuto accesso o che sono stati diffusi, dalle applicazioni” (art. 3, comma 3).
Il Berec (Ufficio dell’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche) ha inoltre dettato degli orientamenti specifici sullo zero rating per aiutare le autorità a valutare in modo organico in che misura le scelte degli utenti vengono limitate dalle condizioni tecnico-commerciali di un’offerta. Gli obiettivi sono sempre gli stessi: garantire un trattamento equo e non discriminatorio del traffico e garantire il funzionamento ininterrotto dell’ecosistema di Internet quale volano per l’innovazione .
A questo punto, per effetto della diffida, Wind Tre Spa dovrà sanare la situazione e informare l’Autorità circa le misure intraprese entro il 15 aprile, per la gioia dei servizi OTT, Over The Top, (ovvero le aziende che propongono servizi basati su un’infrastruttura di rete come WhatsApp, Spotify, Google Play Music ecc.).
Mirko Zago