Dopo quelle del New York Times e diversi autori, OpenAI ha ricevuto un’altra denuncia (PDF) per violazione di copyright. È stata depositata al tribunale del Delaware da Ziff Davis, casa editrice proprietaria di oltre 45 siti web, tra cui i popolari PCMag, CNET, ZDNET, Mashable e IGN.
OpenAI ruba gli articoli pubblicati
La denuncia contro OpenAI arriva da uno dei più grandi editori statunitensi. Ziff Davis ha oltre 3.800 dipendenti, pubblica circa 2 milioni di articoli ogni anno e i siti sono visitati da oltre 292 milioni di utenti al mese. L’azienda guidata da Sam Altman ha sottoscritto accordi con diversi editori, tra cui Vox Media, The Associated Press, The Financial Times, The Washington Post e The Atlantic.
Altri editori, tra cui The New York Times e The Intercept, hanno portato OpenAI in tribunale. All’elenco si aggiunge anche Ziff Davis. L’azienda di New York scrive nella denuncia che OpenAI ha creato intenzionalmente copie esatte degli articoli senza autorizzazione. Ha usato gli articoli per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale, nonostante Ziff Davis avesse bloccato la scansione attraverso il file robots.txt
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Ziff Davis ha trovato centinaia di articoli nelle risposte di ChatGPT. Ciò rappresenta una violazione del Digital Millenium Copyright Act e un ingiusto arricchimento. L’azienda chiede la distruzione di tutti i dati, l’interruzione dello scraping e un risarcimento danni. Il giudice dovrà ora decidere se e quando inizierà il processo.
Un portavoce di OpenAI ha dichiarato:
ChatGPT contribuisce a migliorare la creatività umana, a far progredire la scoperta scientifica e la ricerca medica, e a consentire a centinaia di milioni di persone di migliorare la propria vita quotidiana. I nostri modelli favoriscono l’innovazione e sono basati su dati pubblicamente disponibili e basati sul fair use.