Harare – Il governo dello Zimbabwe, guidato dal partito rivoluzionario Zanu PF di Robert Mugabe, è sul punto d’approvare un pacchetto di leggi che istituirà il controllo totale dei mezzi di comunicazione . La stampa indipendente africana l’ha già battezzato “provvedimento Grande Fratello” e coronerà le pretese personali di Mugabe , ossessionato e preoccupato dalla presenza di informazioni malevole provenienti dai paesi occidentali.
La legge permetterà innanzitutto agli agenti di polizia di accedere alla corrispondenza privata , tradizionale ed elettronica. Le forze dell’ordine potranno poi controllare tutte le comunicazioni telefoniche, fisse e cellulari, utilizzando una serie di “strumenti all’avanguardia”, si apprende dal Mail&Guardian .
“Questo provvedimento ci permette di avere finalmente maggiore sicurezza interna”, dicono gli esponenti del partito di Mugabe: “Dobbiamo avere il controllo su ogni tipo di potenziale minaccia ed è per questo che abbiamo deciso di potenziare gli organismi d’intelligence”. Il leader dell’opposizione, Morgan Tsvangirai, ha etichettato i progetti dello Zanu PF come “sconvolgenti e sicuramente non convenzionali”.
Il partito comunista dello Zimbabwe segue infatti la tradizione della Repubblica Popolare Cinese e di Cuba , ben noti per utilizzare i mezzi di telecomunicazione come arma contro i dissidenti . Giornalisti, cittadini ed avversari politici sono costantemente sotto osservazione e rischiano da un momento all’altro di finire in manette.
Secondo l’ indice della libertà di stampa nel Mondo compilato da Reporters Sans Frontières , lo Zimbabwe di Mugabe si colloca alla posizione 153 su 167 paesi censiti, seguito a ruota da Arabia Saudita, Vietnam , Cina, Cuba ed Iran (l’Italia è 42esima).
Lo Zimbabwe è uno degli stati dell’Africa nera dove Internet gode di maggiori possibilità d’espansione. Negli ultimi due anni, la divisione cinese di Alcatel , Alcatel Shanghai Bell , ha investito consistenti somme di denaro per ampliare le infrastrutture comunicative nei maggiori centri urbani del paese. L’obiettivo, secondo Chemist Siziba, CEO di Zimbabwe Broadlands Networks, è di poter fornire “connettività broadband e servizi VoIP” entro la fine del 2006.
Tommaso Lombardi