È ancora una volta il numero uno Eric S. Yuan a intervenire sul blog ufficiale di Zoom per tirare le somme di quanto fatto negli ultimi tre mesi. Oggi si conclude il periodo di 90 giorni annunciato a inizio aprile in cui la software house ha concentrato ogni risorsa disponibile sul miglioramento di quanto offerto in termini di privacy e sicurezza, rinunciando all’introduzione di nuove funzionalità.
Zoom: Feature Freeze concluso, si guarda avanti
Il post del CEO è di fatto un riepilogo degli aggiornamenti rilasciati durante il cosiddetto Feature Freeze, update dei quali abbiamo dato notizia anche su queste pagine: dagli accorgimenti per contrastare il fenomeno dello Zoombombing allo stop del routing verso la Cina, passando dalla scelta dell’infrastruttura cloud di Oracle, dall’assunzione di esperti e dai lavori per l’implementazione di una crittografia end-to-end efficace.
L’impegno su questo fronte ovviamente non si esaurisce qui, anche per continuare a offrire un servizio all’altezza delle aspettative alle decine di milioni di utenti che nel mondo hanno scelto Zoom per le videoconferenze di lavoro in modalità smart working, per le lezioni della didattica a distanza e per le comunicazioni private. Così commenta Yuan.
Non possiamo e non vogliamo fermarci qui. Privacy e sicurezza sono le priorità per Zoom e questo periodo di 90 giorni, sebbene fruttuoso, ha rappresentato solo un primo passo.
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La crescita della piattaforma in termini di user base è stata ben fotografata nell’ultima trimestrale: il servizio ha visto connettersi ai propri server fino a 300 milioni di partecipanti ai meeting in un solo giorno (nel dicembre 2019 il picco massimo era di 10 milioni), la durata complessiva delle conversazioni gestite è passata da 100 miliardi di minuti a due bilioni di minuti da gennaio ad aprile e in ambito enterprise la soluzione è adottata nel mondo da oltre 265.400 aziende con più di dieci dipendenti (+354% in un anno).