Già impegnato nel ruolo di Chief Security Officer per Facebook dal 2015 al 2018, Alex Stamos è stato ora assunto da Zoom con l’obiettivo di accelerare i lavori per rendere la soluzione più sicura e rispettosa della privacy. Affiancherà la software house in veste di consigliere e come membro del consiglio creato appositamente a tale scopo.
Zoom e privacy: assunto Alex Stamos, ex Facebook
Tra le criticità emerse in merito al mancato impiego di una vera crittografia end-to-end (al contrario di quanto pubblicizzato sul sito ufficiale) e il fenomeno Zoombombing che continua a vedere perfetti sconosciuti fare irruzione nelle riunioni in corso, lo sviluppatore dovrà impegnarsi a fondo per risolvere le vulnerabilità emerse e garantire così un’adeguata protezione ai milioni di utenti che si affidano al servizio per chat e videoconferenze in questo periodo di lockdown da coronavirus, sia per lo smart working in ambito professionale sia per restare in contatto con familiari e amici.
Dopo aver lasciato il social network nella seconda parte del 2018, Stamos è diventato direttore dello Stanford Internet Observatory. Il team di Zoom ha bisogno delle sue competenze per invertire un trend negativo (nonostante la crescita della user base) che ha già portato diverse importanti realtà pubbliche e private a mettere al bando la soluzione proprio a causa delle problematiche legate a privacy e sicurezza: SpaceX, le scuole di New York e le agenzie governative di Taiwan.
Negli Stati Uniti è stata anche annunciata una class action promossa da uno degli azionisti per dichiarazioni mendaci sulle misure di protezione integrate e sulla scarsa trasparenza nella comunicazione in merito alla natura del servizio.