Forse con un po’ di ritardo rispetto a quanto annunciato in primavera, ma la crittografia end-to-end sta per fare il suo debutto ufficiale su Zoom. Una funzionalità chiesta a gran voce da chi si affida alla piattaforma per lavorare in smart working, per studiare o più semplicemente per comunicare da remoto, che la software house implementerà a partire dalla prossima settimana con una prima fase del rollout che prevede la raccolta dei feedback necessari ad apportare eventuali correzioni o modifiche.
La crittografia E2E su Zoom entro pochi giorni
Sarà messa a disposizione di tutti gli utenti, a differenza di quanto deciso in un primo momento (avrebbe dovuto trattarsi di una caratteristica premium). Ad annunciarlo un post sul blog ufficiale firmato da Max Krohn, Head of Security Engineering.
Siamo entusiasti di annunciare che dalla prossima settimana la crittografia end-to-end di Zoom sarà disponibile come anteprima tecnica, ciò significa che solleciteremo in modo proattivo i feedback da parte degli utenti nei primi 30 giorni.
Tra le impostazioni di Zoom comparirà una nuova opzione dedicata proprio alla crittografia end-to-end: come si può vedere nello screenshot qui sotto, attivandola si rinuncia (almeno in un primo momento) ad alcune caratteristiche del servizio come le registrazioni cloud e le cosiddette Breakout Rooms. Prosegue Krohn.
Gli utenti di Zoom da tutto il mondo, con account gratuito o a pagamento, potranno organizzare meeting sulla piattaforma coinvolgendo fino a 200 partecipanti e beneficiando della crittografia end-to-end, beneficiando così di privacy e sicurezza migliorate.
La seconda delle quattro fasi del rollout è prevista entro fine anno.
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L’implementazione della crittografia end-to-end in Zoom è resa possibile dalla tecnologia frutto dell’acquisizione della startup Keybase portata a termine proprio con questo scopo nel mese di maggio.