Così Zoom ha scelto di accogliere le richieste dei suoi utenti, implementando la crittografia end-to-end al fine di migliorare sul fronte della tutela della privacy. Oggi il servizio annuncia la disponibilità della feature per tutti, anche per gli account free, a livello globale. È attivabile a patto di rinunciare ad alcune caratteristiche del servizio come vedremo più avanti nell’articolo.
La crittografia end-to-end arriva su Zoom
Al via dunque in queste ore la fase di Technical Preview della E2EE (End-to-End Encryption): significa che per i prossimi 30 giorni, sulla base dei feedback ricevuti, la squadra di Zoom interverrà in modo da perfezionare eventuali sbavature. La realizzazione è stata resa possibile grazie all’acquisizione di Keybase finalizzata nella scorsa primavera, una startup newyorkese specializzata proprio in soluzioni dedicate alla sicurezza dei sistemi di comunicazione. Questo il commento di Jason Lee, CISO della piattaforma.
Siamo molto orgogliosi di offrire oggi la nuova crittografia end-to-end di Zoom a tutti gli utenti nel mondo. È stata una funzionalità molto richiesta e siamo felici di averla resa una realtà. Grazie al team di Keybase che si è unito a noi in maggio e ha sviluppato questa incredibile funzionalità in meno di sei mesi.
Basata sul metodo 256-bit AES-GCM, la caratteristica è disponibile su computer con sistema operativo macOS e Windows così come nelle applicazioni mobile per Android e iOS. Una volta attivata, solo i partecipanti a una riunione sono in possesso delle chiavi crittografiche generate che non vengono trasmesse nemmeno ai server della piattaforma.
E2EE in Technical Preview, ma con qualche rinuncia
Mantenuta dunque la promessa formulata nei mesi scorsi, anche con l’obiettivo di andare incontro alle esigenze dei tanti che in questo periodo complicato si trovano a dover lavorare da casa in smart working, a seguire le lezioni online della didattica a distanza o più semplicemente a comunicare da remoto.
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Come scritto in apertura, abilitando la crittografia end-to-end si accetta di rinunciare ad alcune funzionalità, almeno in questa prima fase (il rollout arriverà a completarsi in quattro stadi): il salvataggio sul cloud delle registrazioni relative agli incontri, le trascrizioni in tempo reale delle conversazioni, lo streaming della riunione a un pubblico non partecipante, le chat private, i sondaggi e l’invio delle reazioni. È lecito immaginare che le cose possano cambiare strada facendo. Doveroso inoltre precisare che tutti i partecipanti al meeting devono attivare la caratteristica all’interno delle impostazioni.