Un recente aggiornamento introdotto da Zoom nei propri termini di servizio ha l’obiettivo di chiarire le modalità attraverso le quali la società si riserva il diritto di impiegare alcune informazioni riguardanti gli utenti per l’istruzione dei propri modelli IA.
Zoom e IA: le informazioni utilizzate dal servizio
Vale la pena riportare in modo integrale quanto si legge nella documentazione relativa alle condizioni d’uso.
L’Utente accetta di concedere e con la presente concede a Zoom una licenza perpetua, mondiale, non esclusiva, royalty-free, cedibile e trasferibile e tutti gli altri diritti richiesti o necessari per ridistribuire, pubblicare, importare, accedere, utilizzare, archiviare, trasmettere, rivedere, divulgare, preservare, estrarre, modificare, riprodurre, condividere, utilizzare, visualizzare, copiare, distribuire, tradurre, trascrivere, creare opere derivate ed elaborare Contenuto dei clienti ed elaborare tutti gli atti rispetto al Contenuto dei clienti.
In un blogpost condiviso ieri e firmato da Smita Hashim (Chief Product Officer), Zoom afferma che, ai fini dell’addestramento dei modelli IA, non sono presi in considerazione i messaggi scambiati sulla piattaforma, le comunicazioni audio e video, né i file o i documenti trasmessi, senza il consenso dell’utente.
Consenso che però, per la fruizione di funzionalità introdotte di recente come quella relativa alla generazione automatica dei riassunti di quanto accaduto in un meeting, dev’essere necessariamente concesso. Gli utenti ora lamentano l’assenza di una modalità di opt out altrettanto immediata, necessaria per evitare che le informazioni sul loro conto possano essere impiegate dalla società.
Della piattaforma si è tornati a parlare negli ultimi giorni anche per un’altra ragione. Nonostante abbia creato il proprio successo sulla massiccia adozione dello smart working durante la pandemia, Zoom ora chiede al proprio staff di tornare al lavoro in presenza almeno due giorni a settimana. A riportare la notizia relativa alla volontà di forzare un approccio ibrido strutturato è stata per prima la redazione di CNN.