Per capire quanto il business di Zoom sia letteralmente esploso nell’ultimo periodo, spinto dalla corsa agli strumenti per lo smart working, è sufficiente citare il +25% registrato dal titolo sul mercato azionario dopo la pubblicazione dei risultati finanziari legati al trimestre fiscale concluso il 31 luglio.
Il business di Zoom è letteralmente esploso
Non ci sono bug o falle di sicurezza che tengano: le entrate dell’azienda sono più che quadruplicate in un anno toccando quota 663,5 milioni di dollari (un anno fa erano 145,8 milioni di dollari). Di questi, l’81% è da attribuire ai nuovi iscritti che hanno scelto il servizio per gestire la propria comunicazione da remoto, bloccati a casa durante la crisi sanitaria, per ragioni legate a lavoro o studio. L’utile si è attestato a 186 milioni di dollari. Per capire l’entità dell’impennata, dodici mesi fa era pari a 5,5 milioni di dollari.
Nell’ambito enterprise, oggi Zoom è impiegato da circa 370.000 aziende con oltre 10 dipendenti, il 458% in più rispetto a fine luglio 2019. Tra queste di recente hanno fatto il loro ingresso realtà del calibro di ExxonMobil e Activision Blizzard.
Comprensibilmente entusiasta il commento di Eric S. Yuan, fondatore e CEO che nei mesi scorsi più volte è intervenuto in prima persona per annunciare e commentare le iniziative messe in campo al fine di migliorare quegli aspetti del prodotto divenuti oggetto di critiche per questioni legate soprattutto a privacy e sicurezza, ammettendo quando necessario le proprie responsabilità.
La nostra capacità di mantenere connesse le persone in tutto il mondo, unita alla nostra forza operativa, ha portato nel trimestre a una crescita delle entrate anno-su-anno del 355%.
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Ora Zoom dovrà proseguire nel percorso di miglioramento della piattaforma, senza adagiarsi sugli allori, conscia di una concorrenza (Teams di Microsoft e Meet di Google su tutti) per nulla intenzionata a mollare il colpo.