186.900 euro in contanti, una macchina professionale per contare le banconote, un quantitativo non meglio precisato di lingotti d’oro e due wallet hardware per le criptovalute (presumiamo anche Bitcoin). È quanto rinvenuto nascosto nei bagni e nella spazzatura di un’abitazione di Palermo, quella del 35enne identificato come il gestore di ZSAT, una piattaforma IPTV italiana che si occupava di trasmettere ai suoi utenti i contenuti del network Sky Italia, in modo del tutto illegale e non autorizzato, mediante pezzotti o dispositivi di vario tipo configurati ad hoc.
ZSAT: 11.000 abbonati per la IPTV
A comunicarlo la Polizia Postale, al termine di un’attività condotta sotto il coordinamento della Procura del capoluogo siciliano. Nella camera da letto sono inoltre stati rinvenuti ben 57 decoder, installati al fine di acquisire mediante abbonamenti genuini il segnale da redistribuire poi alle migliaia di clienti in tutto il paese, attraverso una complessa architettura hardware e software. A questi ultimi era richiesto il pagamento di una cifra ben inferiore rispetto a quella dell’offerta ufficiale.
A tremare ora sono anche i già citati 11.000 abbonati della piattaforma. Per loro non è da escludere la possibilità di una sanzione che può arrivare a diverse migliaia di euro, anche per la sola fruizione del servizio senza finalità di lucro.
L’intervento della Polizia Postale
Il blocco dell’attività reso possibile dal lavoro della sezione Financial Cybercrime ha permesso di assestare un colpo decisivo a ZSAT, il cui business è definito “milionario”. Parte dei proventi illeciti (è stimato un giro d’affari complessivo di oltre 700 milioni per il 2018), come leggiamo nel comunicato relativo all’operazione, può finire nelle casse delle organizzazioni criminali, sia del paese sia internazionali. A questo va ovviamente aggiunto il mancato profitto per gli operatori che vedono così vanificati i loro investimenti.
Tecnicamente, le IPTV pirata rendono possibile la visione, attraverso Internet, dei canali delle Pay TV normalmente trasmessi via satellite, attraverso la stipula di abbonamenti illeciti i quali, a fronte di costi irrisori per il cliente finale e dietro l’istallazione di un semplice dispositivo domestico (“Pezzotto”), offrono la possibilità di accedere all’intero palinsesto, nazionale ed internazionale, delle più note emittenti satellitari a pagamento.